L’Italian Taste Summit 2023 celebra l’Etna con le Cantine Firriato
L’Etna, il suo terroir e le sue diverse sfaccettature negli eccellenti vini della Cantina Firriato degustati ad Italian Taste Summit 2023
L’Etna non è soltanto il vulcano attualmente più attivo d’Europa, capace di incutere timore, reverenza e soggezione con le sue eruzioni di straordinaria bellezza, ma sa anche regalare grandi emozioni attraverso i suoi vini.
A testimoniare le straordinarie potenzialità e l’unicità del territorio etneo, è l’azienda Firriato, una realtà a conduzione familiare fondata nel 1978 e originaria di Pachenco, Trapani.
L’azienda ha contribuito molto al cambiamento dell’enologia siciliana, sia promuovendo l’immagine della Sicilia nel mondo, che favorendo la transizione verso un moderno approccio produttivo, orientato alla ricerca di alta qualità, sostenibilità e impiego di tecnologie all’avanguardia. Prima realtà del settore in Europa a impatto zero, Firriato produce vini biologici e possiede sette tenute in diverse zone vinicole del Paese con vigneti situati sia in collina, che sulle isole, che in montagna sull’Etna.
La sfida di Firriato sull’Etna inizia oltre vent’anni anni fà, quando ancora nessuno conosceva ed investiva in questo territorio (la prima etichetta di Etna Rosso risale infatti al 1994).
Tra i primi a intuirne le grandi potenzialità e a cimentarsi con questa viticultura di montagna, per certi versi eroica, la Cantina possiede oggi vitigni in diverse contrade tra Passopisciaro, Randazzo e Castiglione di Sicilia e oggi rappresenta uno dei più grandi produttori di questa zona.
Durante la Masterclass organizzata in occasione dell’Italian Taste Summit 2023 sono stati proposti in degustazione alcuni dei vini più rappresentativi della Collezione Etna della Tenuta di Cavanera, che sorge sul versante Nord-Nord Est dell’Etna, un territorio che negli ultimi dieci anni sta attraendo un numero crescente di produttori , complice il grande successo delle due denominazioni Etna Bianco e Rosso DOC.
Il Gaudensius: le bollicine di montagna del vulcano che non ti aspetti
Qui, tra i 650 e i 900 metri sul livello del mare, si trovano le condizioni ideali per una spumantizzazione metodo classico di altissimo livello.
Conquista, infatti, al primo sorso Gaudensius, un brut blanc de noir realizzato col metodo classico, che esprime tutte le potenzialità e la particolarità delle bollicine dell’Etna. Prodotto con uve di Nerello Mascalese in purezza, uno dei vitigni autoctoni siciliani per eccellenza, trascorre ben 36 mesi sui lieviti.
Nel calice si presenta di colore giallo paglierino brillante con un perlage continuo e persistente. Fragranti ricordi di pane e pasticceria si fondono all’unisono con sentori floreali, sfumature di zagara e di macchia mediterranea, mentre echi di anice stellato e grafite sfumano in sottofondo in un crescendo di profumi intensi ed eleganti. Uno spumante dal carattere sofisticato e aristocratico, dal timbro sapido e minerale, ma al tempo stesso dotato di una bellissima acidità (contributo dato dall’altitudine alla quale sorgono i vigneti).
Una bollicina inebriante che sorprende e che non ha niente da invidiare ai grandi brand della spumantistica italiane e internazionale, anzi si distingue dalle altre etichette per l’intensità e per il carattere fortemente identitario che solo questo terroir unico ed il suo microcosmo possono regalare.
Il Cavanera Bianco Riva di Scorciavacca: al naso tutta la potenzialità espressiva dell’Etna
Un altro capolavoro che merita attenzione è il Cavanera bianco Riva di Scorciavacca, un blend di Carricante 90% e di Catarratto 10%, due uve autoctone siciliane provenienti da una single vineyard.
In questo Etna Bianco selezione Doc il terroir del vulcano esprime tutta la sua grande espressività. L’intensità e la complessità del bouquet nonchè la particolarità del profilo gustativo risultano, infatti, molto influenzate delle condizioni pedoclimatiche e del terroir.
L’incipit dato dalle eleganti sfumature fumè potrebbe erroneamente indurre a pensare ad un affinamento in legno. Sorprende, invece, scoprire che il vino fa solo acciaio e che aromi e profumi sono solo merito della natura. Alle pendici dell’Etna si trova, infatti, un microcosmo unico nel suo genere, che si ritrova anche nel calice. Il sottosuolo si compone di diverse stratificazioni ed è particolarmente ricco di minerali quali silicio, ferro, alluminio e magnesio, che danno grande mineralità. Le altitudini in cui sorgono le vigne godono di un clima freddo d’inverno e caldo d’estate con grandi escursioni termiche, buona irradiazione diurna e buona ventilazione, data dal benefico influsso della vicinanza del mare, fattore che contribuisce a garantire un’eccellente acidità, longevità e sapidità. Ad accrescere ulteriormente la qualità di questo Cavanera Bianco contribuisce anche l’età delle piante, vecchie di oltre novant’anni, che affondano le loro radici nella sabbia nera e sono ubicate a circa 600 metri sopra il livello del mare.
Avvicinando il calice al naso, si coglie un ventaglio olfattivo molto fine e variegato, che spazia dai fiori di arancio, alla frutta gialla matura, alle note affumicate, con cenni quasi gessosi di zolfo e grafite. Al palato è elegante, rotondo, dinamico anche se ben bilanciato, caratterizzato da grande acidità che prelude a un interessante sviluppo evolutivo ed un’intensa sapidità, che contribuiscono ad invogliare all’assaggio. Un vino decisamente degno di nota.
Cavanera Rovo delle Coturnie, Etna Rosso 2018: l’energia del vulcano nel calice
A chiudere l’esperienza di wine tasting è il Cavanera Rovo delle Coturnie, Etna Rosso 2018. Viene ottenuto da uve di vigneti immersi nelle sabbie nere dell’Etna, dove si coltivano nerello mascalese e nerello cappuccio. Di colore rosso rubino scarico, trasparente e luminoso, questo rosso fermo presenta nel calice una bella consistenza.
E’ sufficiente, poi, chiudere gli occhi e avvicinare il bicchiere al naso per essere trasportati nella dimensione dell’Etna. Un rosso fermo impetuoso che seduce per la finezza, la pulizia, l’eleganza e l’ampiezza dei profumi. Esordio di frutti rossi e macchia mediterranea, che si uniscono a note di spezie, pepe nero e noce moscata, sbuffi balsamici e ricordi di odori terziari (dati dall’affinamento in legno di 9 mesi in botti grandi) che si rincorrono in modo armonico ed equilibrato. Tannini setosi sostengono una vivace acidità, che contribuisce insieme alla spiccata mineralità ed ai bassi residui zuccherini ad invogliare continuamente all’assaggio. Si accomiata lasciando in bocca una piacevolissima scia fruttata di grande persistenza. Un vino sofisticato di altissima qualità, ottenuto da uve di vecchie vigne vendemmiate a mano, invecchiato in botti di rovere di Slavonia per 12 mesi, ai quali seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia.
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