TrendsWine CultureWine Experience

L’Oltrepò Pavese punta sul Pinot Nero e sulla viticultura di qualità

L’Oltrepò Pavese vanta una tradizione molto antica in ambito vitivinicolo, tanto che quest’area era rinomata per il suo vino anche ai tempi dei romani. Attualmente vengono prodotti nei paesi di questa ampia zona vitivinicola situata in provincia di Pavia le seguenti tipologie di vino:

  • 1 DOCG(Oltrepò Pavese Metodo Classico);
  • 7 DOC(Bonarda dell’Oltrepò Pavese, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, Casteggio, Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Pinot grigio, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese e Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese);
  • 1 IGT(Provincia di Pavia).

I vitigni più rappresentativi del territorio sono Croatina, Barbera, Pinot Nero, Riesling e Moscato.

Fino a poco tempo fà, l’Oltrepò era rinomato soprattutto per i suoi vini rossi frizzanti e fermi, tra cui il Bonarda, considerato il simbolo della tradizione. Negli ultimi decenni, grazie anche ad una nuova generazione di viticoltori particolarmente intraprendente e orientata verso la qualità, le aziende del territorio stanno puntando molto sul Pinot Nero, un vitigno difficile, molto delicato e sensibile, che sembra aver trovato tra le sue dolci colline un habitat ideale e che dà vita a spumanti, cruasè (una denominazione tipica del territorio che indica le bollicine metodo classico rosè) e vini rossi fermi.

Così con i 25.000 ettari coltivati, la Lombardia oggi è considerata la terza regione al mondo per la coltivazione del Pinot Nero, dopo la Borgogna e la California.

Questo vitigno internazionale, grande e incontrastato protagonista della produzione di vino spumante prodotto con il Metodo Classico, fu introdotto in Oltrepò da Agostino Depretis, che per primo intuì la potenzialità del Pinot nero impiantato in alta collina. Particolare impulso alla produzione venne data anche dal Conte Carlo Giorgi di Vistarino e dall’ingegner Domenico Mazza di Codevilla.

Durante le due Master Class Oltrepò Pavese organizzate

L’Oltrepò’ Pavese vanta una tradizione molto antica in ambito vitivinicolo, tanto che quest’area era rinomata per il suo vino anche ai tempi dei romani.

Questa regione situata in Provincia di Pavia è conosciuta per la produzione di:

  • 1 DOCG(Oltrepò Pavese Metodo Classico);
  • 7 DOC(Bonarda dell’Oltrepò Pavese, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, Casteggio, Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Pinot grigio, Pinot nero dell’Oltrepò Pavese e Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese);
  • 1 IGT(Provincia di Pavia).

I vitigni più rappresentativi del territorio sono Croatina, Barbera, Pinot nero, Riesling e Moscato.

Fino a poco tempo fa conosciuto soprattutto per i suoi vini rossi frizzanti e fermi (Il vino della tradizione è sempre stato considerato il Bonarda), negli ultimi decenni, grazie anche ad una nuova generazione di viticoltori particolarmente intraprendente e orientata verso la qualità, le aziende dell’Oltrepò Pavese stanno puntando molto sul Pinot Nero, un vitigno difficile, molto delicato e sensibile, che sembra aver trovato tra le dolci colline di questo territorio un habitat ideale.

Questo vitigno internazionale, grande e incontrastato protagonista della produzione di vino spumante prodotto con il Metodo Classico, fu introdotto da Agostino Depretis, che per primo intuì la potenzialità del Pinot nero impiantato in alta collina. Particolare impulso alla produzione venne data anche dal Conte Carlo Giorgi di Vistarino e dall’ingegner Domenico Mazza di Codevilla

Così con i 25.000 ettari coltivati, la Lombardia oggi è la terza regione al mondo per la coltivazione del Pinot Nero, dopo la Borgogna e la California.

I vini che vengono prodotti con le uve di Pinot Nero sono spumanti metodo classico, Cruasè (una denominazione tipica del territorio che indica le bollicine metodo classico rosè) e vini rossi fermi.

Durante le due Master Class Oltrepò Pavese che sono state organizzate dal Consorzio per la Tutela dei Vini dell’Oltrepò Pavese, associazione fondata nel 1960 con l’obiettivo di tutelare il territorio, garantire la qualità e vegliare sulla produzione, in occasione della MWW, sono state proposte in degustazione alcune delle migliori etichette del territorio, come espressione sia della produzione spumantistica a metodo classico che di quella di vini rossi fermi  aventi come base il Pinot Nero.

Questo ha dato la possibilità ad esperti ed eno-appassionati di apprezzare l’altissimo livello qualitativo dei prodotti del territori, alcuni dei quali realizzati secondo i dettami dell’agricoltura biologica.