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Il Festival dei vini bianchi della Valle Isarco

Un appassionante viaggio tra i vitigni e i vini di venti produttori della Valle Isarco per scoprire similitudini e differenze

Fra panorami incantati e pendii aspri e scoscesi coltivati con fatica e tenacia crescono vini superbi frutto di una tradizione plurisecolare: sono i grandi bianchi della denominazione Alto Adige Doc, sottozona Valle Isarco, la regione vinicola più settentrionale d’Italia.

Questa piccola e variegata valle che prende il nome dal fiume Isarco, si estende dal comune di Varna fino all’altopiano del Renon vicino a Bressanone. Ultimo baluardo di una viticultura montana eroica che dà ottimi risultati, può essere suddivisa in tre zone vitivinicole distinte – sud, centro e nord – diverse per microclima, conformazione del territorio ed altitudine.

Le caratteristiche principali del panorama vitivinicolo della Valle Isarco

Tra questi monti, già nel medioevo i monaci dell’Abbazia di Novacella producevano il vino. Una tradizione che continua dal 1142, anche se i vitigni sono cambiati e le tecniche di vinificazione si sono evolute.

In passato nella vallata si coltivavano prevalentemente uve a bacca rossa, ottenute da vitigni autoctoni come Schiava o Lagrein. Oggi la produzione vitivinicola è prevalentemente incentrata sui vini a bacca bianca, che si distinguono per eleganza, mineralità e freschezza. Si vinificano i vitigni internazionali e gli autoctoni provenienti dalla vicina Austria, che hanno trovato tra questi pendii il loro habitat ideale e qui assumono caratteristiche organolettiche diverse e fortemente identitarie.

Non sono famosi come il Barolo o il Brunello, ma sono già soprannominati dagli esperti i grandi vini bianchi del Nord. A rendere questo nettare di bacco così pregiato sono l’altitudine (che varia tra 350 e 950 metri), il clima fresco, la grande escursione termica favorita dalle molte ore di sole ed il territorio, particolarmente ricco di minerali. Tutti elementi che favoriscono la viticultura e che regalano ai vini la particolare aromaticità, freschezza e sapidità che li contraddistingue.

La produzione vitivinicola è gestita da cooperative che raccolgono le uve anche dai soci conferitori, che spesso possiedono soli pochi ettari di terreno. Un tipo di organizzazione che permette di fare sistema soddisfacendo la crescente richiesta.

Le due realtà produttive più conosciute sono le Cantine di Novacella e di Valle Isarco, ma il panorama si sta arricchendo di piccoli, giovani ed innovativi vignaioli indipendenti dislocati in diverse aree del territorio, che si occupano con passione dell’intera filiera e producono veri e propri gioielli d’enologia, che si distinguono per il prezzo competitivo oltre che per l’altissima qualità.

La forza di queste cantine sta nella varietà: pur diverse tra loro, si completano a vicenda e valorizzando le sinergie, sfruttando al meglio le potenzialità che il loro straordinario ambiente ha da offrire.

L’importante lavoro di promozione del territorio condotto dalle Cantine Valle Isarco, magistralmente guidate dal giovane CEO Armin Gratl, sta facendo da traino a tutto il territorio, facendo conoscere questi vini che stanno raccogliendo crescenti riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale.

Il Festival dei vini bianchi della Valle Isarco: un’occasione per scoprire vini e produttori

Il Festival dei vini bianchi della Valle Isarco — quest’anno giunto alla sua quarta edizione -, che si tiene a fine maggio, offre agli appassionati un’incredibile opportunità di conoscere meglio questa realtà.

Durante l’evento, i vicoli di Chiusa si trasformano per una sera in un percorso enogastronomico a cielo aperto, dove i visitatori possono degustare i vini e provare le specialità tipiche altoatesine. A raccontare il vino sono i sommelier, ma è facile imbattersi anche nei viticoltori, che gironzolano per le strade sempre lieti di integrare e rispondere a tutte le domande degli appassionati.

Ogni banco d’assaggio è suddiviso per vitigno. Ad essere rappresentati sono i varietali a bacca bianca più rappresentativi della zona: Sylvaner, Kerner, Gruner Vetliner, Riesling, Muller Thurgau, Gewutztraminer, Weisburgunder e Sauvignon, con uno spazio dedicato anche alle bollicine.

Un’esperienza dalla valenza quasi didattica che porta il visitatore a confrontare tra loro, a parità di vitigno, i vini dei 20 produttori presenti e permette di coglierne similitudini, differenze e peculiarità. E’ facile lasciarsi conquistare da questi vini, accomunati da una grande personalità, freschezza, sapidità e profumi intensi.

Sylvaner, uno degli ambasciatori della Valle 

Tra i vini più rappresentativi del territorio troviamo sicuramente il Sylvaner, un vitigno diffuso in Nord Europa che predilige i climi freschi e soleggiati e i terreni ubicati tra 500 e 750 metri. In Alto Adige sviluppa una struttura corposa e una vivace acidità. I vini prodotti con questo varietale hanno come leitmotiv sentori minerali, erbacei e ricordi di mela e pesca.

Sylvaner – Tenuta Kuenhof – 2021 – Bressanone – 13.000 bottiglie

La Tenuta Kuenhof, uno dei primi piccoli produttori a diventare indipendente, è famosa sia per il suo Sylvaner che per il Riesling. Dal luminoso giallo verdolino, questo bianco secco esibisce profumi intensi, fruttati ed aromatici con tocchi di nocciola ed effluvi erbacei. Seduce per la sua immediatezza e la piacevole freschezza che invoglia a bere (votato dal Gambero Rosso come uno dei migliori vini bianchi d’Italia).

Sylvaner – Tenuta Thomas Dorfmann  -2020 – Velturno – 4.000 bottiglie

Altra interessante rappresentante della categoria, che esprime caratteristiche organolettiche diverse, è la cantina Thomas Dorfmann, ex enologo delle Cantine Valle Isarco, che dopo 27 anni di servizio ha deciso di inseguire il suo sogno. Particolare l’uso di battonage, che contribuisce a mitigare l’acidità e ad accrescerne la morbidezza. Il risultato è un Sylvaner dai profumi intensi, con riconoscimenti di pera, mela, agrumi, fiori di sambuco, e dal gusto fresco, sapido, rotondo, elegante e minerale.

Sylvaner R – 2020 – Tenuta Kofererhof

Notevole anche il Sylvaner R di Kofererhof, una delle tenute più antiche del Sudtirol, un tempo conferitore delle Cantine Novacella. L’annata 2020 conferma il giudizio positivo del 2019 (premiato con le 4 viti AIS). Al palato risulta sapido e fresco, mentre il bouquet olfattivo è ampio e variegato con in primo piano note fruttate di mela, pesca, albicocca e cenni speziati che ricordano le erbe aromatiche e di montagna.

Kerner, il vitigno che sorprende ogni anno di più

Il kerner, che proviene dall’incrocio tra Schiava e Riesling, è un vitigno recente che è già diventato portabandiera del territorio. Particolarmente adatto ai climi montani, resiste al gelo e si coltiva sui territori più alti della valle. Si distingue per le note di mandarino, melone, fiori di sambuco e gli intriganti sentori di spezie con sfumature di noce moscata. Esprime vigore e freschezza e risulta ideale da abbinare a piatti estivi.

Kerner “Aristos” Cantine Valle Isarco  – 202o – 30.000 bottiglie

Tra i Kerner degustati, quello della Linea Aristos delle Cantine Valle Isarco annata 2020la cantina più piccola e giovane del Sudtirol guidata dal giovane enologo Hannes Munter – rimane sempre tra i nostri preferiti. Anche se i vini di tutta la linea “Aristos” sono eccezionali, il Kerner secondo noi ha una marcia in più e si conferma davvero notevole.

Il Riesling, un vitigno che in Alto Adige ha una lunga storia

Il Riesling, vitigno originario della Germania, è stato introdotto in Alto Adige nell’800 e, a differenza del fratello tedesco, subisce una fermentazione completa, che non prevede l’aggiunta di zuccheri residui. Ad identificarlo sono gli aromi di pesca e agrumi nonchè la dinamica e stimolante freschezza, che lo rende perfetto da abbinare col salmerino.

Riesling – Praepositus  – Abbazia Novacella – 2019 – 12.000 bottiglie

Il “Praepositus” 2019 delle Tenute Abbazia di Novacella è uno dei vini più interessanti proposti dalla storica cantina, che con i suoi 875 anni di storia è tra le più antiche realtà vitivinicole ancora attive d’Italia.

La Cantina conta su 26 ettari vitati di proprietà, ma sotto la supervisione dell’enologo Celestino Lucin vinifica le uve provenienti da altri 50 ettari dei soci della cooperativa, suoi fornitori esclusivi. Si producono sia rossi che bianchi: a Novacella viene svolta la vinificazione e l’affinamento dei vini bianchi, mentre a Cornaiano e Bolzano quella dei rossi.

Questo Riesling fa parte della linea Praepositus, la più pregiata dell’azienda, che comprende Kerner, Riesling, Gewurtztraminer, Vetliner, Sauvignon e Sylvaner.

Praepositus viene sottoposto ad un particolare processo di vinificazione, che prevede acciaio e poi l’aggiunta di uve da vendemmia tardiva, che contribuiscono ad accrescere i profumi di arancia, albicocca, fiori di rosa, litchi, zenzero e coriandolo. Accattivante anche la scia di miele che compare sul finale. Un vino dalle grandi potenzialità evolutive. In bocca è strutturato, sapido e dotato di un’acidità ben bilanciata e di una bella persistenza fruttata.

Gruner Vetliner, Muller Thurgau, Sauvignon e Gewurtztraminer

Il Gruner Vetliner, vitigno che è stato ultimamente portato sotto le luci dei riflettori dai vignaioli austriaci, è stato impiantato in Alto Adige prevalentemente in Valle Isarco. Gli interventi fatti sulle rese e sulle tecniche di vinificazione hanno contribuito a renderlo molto piacevole, fruttato, speziato e con delicati aromi di mela verde.

Decisamente ricco di personalità ed intrigante, il Spitalerhof Grüner Veltliner Muga Selection 2021 – prodotto dalla famiglia Oberpertinger della cantina Spitalerhof che coltiva il vino ormai da tre generazioni – è stato una vera scoperta che ci ha sedotti con la sua freschezza ed il suo gusto unico.

Per un Grüner Veltliner meno convenzionale suggeriamo di provare anche quello di Garlinder, biologico e sempre dotato di grande freschezza e sapidità.

Tra i vini da uve Müller-Thurgau – il vitigno diffuso in tutto il mondo che prende in nome dallo svizzero Herman Muller originario di Thurgau -, ci ha colpito il Müller-Thurgau “Petra” della Tenuta Rock anno 2020. Gestita da due giovani fratelli, l’azienda produce vini biologici naturali seguendo una filosofia sostenibile, con lieviti autoctoni e riducendo al minimo gli interventi anche tramite fermentazione spontanea. Questa etichetta si contraddistingue per il suo profilo organolettico caratteristico ed originale al tempo stesso, in grado di ammaliare anche coloro che non impazziscono per questo vitigno. Secondo noi è un autentico fuoriclasse.

Il Sauvignon è presente in Alto Adige da fine ‘800, introdotto dalla Francia. La diffusione di questo varietale in questa zona attualmente è in aumento. Tra i Sauvignon merita un assaggio l’annata 2020 della Tenuta Wasserhof, un produttore prima dedito solo all’agriturismo, di recente diventato imprenditore anche di vino. Il Sauvignon rappresenta la sua etichetta più importante. Le uve dei vigneti di bassa valle sono vinificate per il 70% acciaio e per il 30% legno. Una versione più strutturata, morbida e sofisticata rispetto alle altre che prediligono la freschezza. I profumi ricordano i fiori di sambuco, gli agrumi e i piccoli frutti rossi. In bocca è elegante ed il sorso è dotato di buona struttura, acidità e persistenza. Ha un gusto intenso e molto bilanciato sul varietale, che esibisce rotondità ed equilibrio.

Gli spumanti metodo classico dell’Alto Adige

Visto il crescente successo che stanno riscuotendo le bollicine altoatesine, in questo escursus sui vini del territorio non si possono non citare le bollicine dell’Alto Adige (in tutto circa 400.000 bottiglie prodotte). Realizzata con metodo classico, la produzione di spumante sta diventando sempre più importante in Alto Adige, anche in prospettiva futura considerato l’aumento costante delle temperature.

Cantina Arunda – Arunda Extra Brut

Tra gli esponenti più rappresentativi di questo comparto c’è la Cantina Arunda, una vera e propria istituzione in Alto Adige in fatto di bollicine, divenuta un importante punto di riferimento nell’ambito della spumantistica italiana.

Produce spumanti freschi, dalle bollicine finissime ed esuberanti, che accanto alla crosta di pane esibiscono un bouquet floreale di fiori d’arancio con note di pesca e agrumi. Fresco, sapido e persistente, in bocca è cremoso ed appagante. L’anno scorso con la Riserva 2015 ha vinto il taste de vin AIS per la capacità di promuovere ed esprimere il territorio.