Oltre le Radici della Vite: insieme per l’Orvieto Doc
Il progetto di una rete di cinque imprese che condividono gli stessi principi e valori per rilanciare l’Orvieto Classico
Oggi vi parliamo dell’Orvieto Classico ed in particolare del progetto “Oltre le Radici della Vite” (ORV), un’iniziativa messa in campo da un gruppo viticoltori di Orvieto riunitisi insieme per un bene comune: valorizzare questa denominazione e farne comprendere sfumature, potenzialità e identità territoriale.
L’occasione per conoscere più da vicino questo progetto, la sua storia e la filosofia alla quale si ispira è stata la presentazione dei vini delle cinque aziende che ne fanno parte, tenutasi a Milano nel mese di Dicembre.
A fare da filo conduttore il menù pensato dallo Chef del ristorante “Il Liberty” di Milano, per esaltare l’elegante personalità di questi vini e regalare agli ospiti un’esperienza enogastronomica completa.
Due parole sull’Orvieto Classico
L’Orvieto Classico è una sottozona dell’Orvieto Doc, denominazione la cui produzione è consentita nelle province di Terni e Viterbo, territori compresi tra il fiume Paglia e il Tevere, già rinomati per la produzione di vino nei tempi antichi.
L’Orvieto Doc rappresenta l’80% dell’area vitata dell’Umbria ed è utilizzato per identificare prevalentemente vini bianchi – dolci o secchi in versione base o superiore – realizzati con un blend costituito da almeno il 60% di Procanico (conosciuto anche come Trebbiano Toscano) e Grechetto, due vitigni autoctoni tipici dell’Umbria. Il restante 40% può essere costituito da qualsiasi combinazione di altre varietà bianche autorizzate, come Canaiolo Bianco, Malvasia Toscana, Sauvignon.
Un tempo molto in voga ed apprezzato, ultimamente questo vino ha perso un po’ di credibilità dal punto di vista qualitativo, a seguito del progressivo imporsi di grandi gruppi mossi principalmente da logiche di profitto, che hanno avviato un processo di spersonalizzazione.
La denominazione Classico contraddistingue i vini prodotti intorno alla città di Orvieto e la zona limitrofa che si estende leggermente verso est, includendo l’area intorno al Lago di Corbara. Per fregiarsi di quest’appellativo, i vini devono essere realizzati rispettando le disposizioni, i vitigni, la composizione ampelografica e le procedure di vinificazione previste nel disciplinare.
Essendo il territorio di quest’area piuttosto variegato, i vini possono esprimere un carattere molto diverso tra loro, dando vita sia a vini freschi, leggeri da bere e giovani, che longevi, dall’anima più sofisticata e complessa, in grado di evolvere nel tempo.
Il territorio e la sua diversità
Uno dei fattori distintivi dell’Orvieto Doc può sicuramente essere considerato la grande diversità del territorio, estremamente vario dal punto di vista geologico. Da una parte, le campagne poggiano su terreni emersi da fondali marini che alternano aree ricche di sabbia e limo a zone di natura calcarea caratterizzate da un substrato roccioso. Dall’altra, le colline sono ricche di tufo, argilla,depositi alluvionali, sedimentari e vulcanici che si sono formati nei secoli per le eruzioni dei vulcani Volsinii e grazie all’azione dell’acqua e del vento.
Tutte caratteristiche che contribuiscono a dar vita a vini che se ben prodotti hanno tutte le carte in regola per non sfigurare di fronte ai grandi bianchi di caratura internazionale.
Il progetto oltre le radici della vite: storia, valori e manifesto
La giusta valorizzazione di questi vini e della loro territorialità è l’obiettivo del gruppo di imprenditori che attualmente aderiscono al progetto “Oltre le Radici della Vite“, diventati partner per fare squadra condividendo un vero e proprio Manifesto.
Una rete d’imprese animata dagli stessi valori, credo e principi, ma dove ciascuno conserva la propria individualità. L’obiettivo comune è far conoscere l’eccellenza qualitativa e le diverse sfaccettature dell’Orvieto Classico e del bellissimo territorio circostante.
Al momento aderiscono a questa iniziativa le seguenti cinque aziende vitivinicole: Cantine Neri, Madonna del Latte, Palazzone, Sergio Mottura, Tenuta Le Velette, ma la porta è aperta a tutti coloro che condividono gli stessi valori e la passione per questo splendido territorio, anche se non necessariamente appartenenti al mondo del vino.
Si tratta prevalentemente di aziende a gestione familiare, costituite da viticoltori che lavorano personalmente in vigna ed in cantina. Un gruppo che si candida a diventare un punto di riferimento per tutti quelli che desiderano raccontare la storia e la cultura di questi incantevoli luoghi, mettendo al centro i vitigni tradizionali e gli autoctoni capaci di interpretare al meglio la tradizione enologica locale e raccontare le peculiarità che rendono unico questo territorio.
I vini degustati
In degustazione abbiamo provato diverse etichette dei vari produttori di Orvieto Doc. Per ciascun vino è stata messa a confronto l’annata 2020 con la 2014 per evidenziarne l’interessante evoluzione nel tempo.
Eleganza, mineralità e freschezza sono elementi comuni che si ritrovano con diversa intensità e in modo più o meno marcato in tutti i calici. Colpisce la grande ecletticità dei vini, che variano a seconda del blend, delle scelte di vinificazione e del terroir: si spazia, infatti, da vini molto freschi che invitano alla beva, a variazioni più strutturate e complesse sia nei profumi che nella ricchezza del sorso.
Di seguito la cantine e i vini degustati:
- Cantine Neri – Ca’ Viti Orvieto Classico Superiore (scheda tecnica disponibile al seguente link). Nell’annata 2020 i sentori fruttati e floreali riflettono anche lievi sfumature di sottobosco. Rispecchia le caratteristiche dei vini prodotti da terreni argillosi, con la salinità che risulta più spiccata. Tocchi erbacei molto delicati e appena accennati in evoluzione;
- Madonna del Latte – Orvieto Classico Superiore (scheda tecnica disponibile al seguente link). L’annata 2020 presenta profumi fragranti di fiori e note agrumate, grande freschezza e bella sapidità. Col passare degli anni aumenta la complessità e le note minerali diventano più decise arricchendosi di nuance erbacee e ricordi speziati;
- Palazzone – Terre Vineate Orvieto Classico Superiore (scheda tecnica disponibile al seguente link). Le influenze della componente vulcanica sono evidenti anche nella versione più giovane, che mantiene un vasto spettro olfattivo e mostra una spiccata personalità in termini di freschezza, struttura, morbidezza ed equilibrio. L’evoluzione e il trascorrere del tempo conservano eleganza e finezza ed introducono ulteriori intriganti sfumature, tra cui note salmastre e nuance di spezie e sottobosco;
- Sergio Mottura – Tragugnano Orvieto DOC (scheda tecnica disponibile al seguente link). Vini prodotti su un suolo tufaceo. L’annata 2020 è molto fresca e briosa, dotata di buon equilibrio e pacata acidità, mentre la 2014 evidenzia un profilo olfattivo piuttosto evoluto, che riflette la componente vulcanica del sottosuolo: i sentori minerali si intrecciano a nuance floreali, note di frutta matura e tocchi di spezie dolci. Morbidezza e grande equilibrio completano le caratteristiche organolettiche;
- Tenuta Le Velette – Lunato Orvieto Classico Superiore (scheda tecnica disponibile al seguente link). Il quadro olfattivo mostra sentori fruttati e floreali, con note citrine meno evidenti. Acidità e freschezza lasciano il posto ad un maggior equilibrio e rotondità. Tocchi speziati e note erbacee, uniti a nuance minerali con ricordi di legno e struttura, caratterizzano l’annata 2014.