Marzemina Bianca di Ca’ Di Rajo: la riscoperta della “champagna”
La nota cantina trevigiana Ca’ Di Rajo propone la versione “sparkling” della Marzemina Bianca, un autoctono raro coltivato a Bellussera
La Marzemina bianca è un vitigno molto antico e quasi dimenticato, le cui origini sono ancora poco chiare. Contrariamente a quanto si può pensare non è una mutazione in bianco del ben più noto “Marzemino”. Per alcuni sinonimo dello “Chasselas dorato”, sembra essere originario della Borgogna, da cui si è diffuso arrivando in Germania, Svizzera e Italia, dove si è sviluppato arricchendo il corredo dei nostri vitigni autoctoni.
Molti anni fa veniva coltivato soprattutto nella campagna veneta, in particolare nella zona dei colli in provincia di Treviso, sui Colli Euganei e nelle altre località vinicole del Veneto, dove veniva chiamato “Champagna”. Un tempo, infatti, era considerato lo “champagne” povero dei contadini, in quanto dava vita a vini frizzanti e aromatici caratterizzati da eccellente freschezza e acidità.
Oggi è un uvaggio raro (ne esistono circa una decina di ettari in Italia) e viene utilizzato prevalentemente insieme ad altre varierà come la Glera, il Verduzzo, lo Chardonnay, il Verdisio e la Vespaiola.
Per riportare sulle tavole tutto il sapore della tradizione e proporre qualcosa di diverso dai soliti spumanti, Cà di Rajo – una delle più famose realtà vitivinicole del Veneto di cui vi abbiamo già parlato negli articoli dedicati ai loro Notti di Luna Piena Malanotte e Prosecco Rosè – propone sul mercato la Marzemina Bianca Millesimato Brut. Questa bollicina, che ricorda l’eleganza e il perlage caratteristici del famoso metodo classico francese, è prodotta con metodo Martinotti ed ha la particolarità di vinificare in purezza le uve di questo vitigno.
Nasce da un vitigno coltivato a oltre 3 metri di altezza, col metodo di allevamento a Bellussera, in viti che hanno oltre 40 anni. Per ridurre l’ossidazione nel tempo e i solfiti aggiunti è stato scelto di fare una fermentazione unica, partendo direttamente dal mosto, col risultato di avere un brut con 6 grammi di residuo zuccherino e profumi molto intensi. Il risultato è uno spumante gradevole, equilibrato, sapido e fruttato.
L’azienda, guidata dai giovani enologi Simone, Fabio e Alessio Cecchetto, è l’unica cantina a spumantizzarla ed è riuscita ad esaltarne le caratteristiche e la carica aromatica traducendo in calice la sua naturale vocazione e vivacità.
Appunti di degustazione
Esame visivo: giallo paglierino di spiccata luminosità con spuma esuberante e persistente.
Esame olfattivo: vino caratterizzato da un bouquet di vividi profumi floreali, tra cui percezioni di biancospino, acacia e fiori di campo, che si intrecciano a riconoscimenti fruttati di pesca, mela, pompelmo, limone e cedro.
Esame gusto-olfattivo: il sorso è fine e vibrante. L’ingresso al palato è ben bilanciato, morbido, con componenti di freschezza e sapidità ben definite. Chiude con ricordi di cedro.
Abbinamento
Ideale da abbinare a piatti vegetariani, torte salate, formaggi freschi e morbidi. Ottimo anche come aperitivo e con tartare, scampi, molluschi, tartufi, frittura di pesce, carpaccio di pesce, spaghetti alle vongole e pesce al vapore.
Per informazioni:
Soc. Agr. Ca’ di Rajo di Cecchetto Bortolo & S. s.s.
Via del Carmine 2/2 31020 – San Polo di Piave (TV) Italia
Email: info@cadirajo.it
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