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La Gioia, il ristorante fine dining nel quartiere Moscova di Milano

Nel quartiere Moscova di Milano sorge La Gioia, un ristorante fine dining con un pubblico tanto milanese quanto cosmopolita    

Nel quartiere Moscova di Milano, tra le vie animate e i palazzi storici sorge La Gioia, un ristorante fine dining, molto amato sia dai milanesi che dagli stranieri (che prenotano con largo anticipo), che incanta i sensi e delizia il palato fondendo sapori autentici con un ambiente rilassante e davvero accogliente.

Un’attenta gestione manageriale

Il successo di La Gioia non è frutto del caso, ma del duro lavoro e della visione imprenditoriale del titolare, Redi Shijaku, che dopo un percorso worldwide nel mondo della ristorazione si è concentrato su Milano con diverse aperture, tra cui Al Baretto San Marco e Osteria Serafina. Attraverso una gestione manageriale lungimirante del gruppo, Shijaku ha saputo guidare il suo team verso l’eccellenza, creando un ambiente che promuove la creatività, la collaborazione e l’innovazione.

Una delle chiavi del successo di questo ristorante risiede proprio nell’attenzione dedicata alla formazione e al benessere delle risorse umane. Shijaku crede fermamente che un team motivato e ben preparato sia fondamentale per offrire un servizio di qualità eccellente ai clienti. Pertanto, investe tempo e risorse nella formazione continua del suo personale, garantendo che ogni membro del team sia all’altezza dei più alti standard professionali.

Una Cucina tradizionale genuina e innovativa

Alla base della filosofia culinaria de La Gioia c’è la ricerca costante della perfezione attraverso la semplicità. Ogni piatto, curato nei minimi dettagli, offre un equilibrio perfetto di sapori e presentazione visiva. L’Executive Chef Giovanni Russo e la sua brigata portano avanti una cucina tradizionale italiana arricchita da rivisitazioni contemporanee e abbinamenti sorprendenti. Le ricette creano un connubio unico col territorio ed ogni singolo piatto racconta una storia, un viaggio attraverso i sapori e le tradizioni italiane. Il bravissimo sommelier ha curato il recente restyling della carta dei vini, selezionando etichette provenienti da vigneti storici e valorizzando la ricchezza e la diversità delle regioni vinicole italiane, in cui abbondano vitigni autoctoni.

Il titolare testa personalmente i piatti, cercando di anticipare i gusti dei clienti al fine di garantire un’esperienza sensoriale di alto livello che possa rendere tutti soddisfatti. Spesso sulle nuove proposte si raccolgono i feed-back degli aficionados del locale. Il motto del ristorante consiste nel guidare il cliente a trascorrere una serata piacevole: deve uscire contento e sentirsi bene, circondato da un ambiente elegante ma al tempo stesso accogliente e caldo.

L’ambiente

In tutto, il locale può accogliere 60 persone e conta su uno spazio interno e un dehor esterno. L’ambiente, di classe ma anche molto familiare, ricorda il calore ed il tepore di casa. Le luci soffuse, le bottiglie in bella vista, i quadretti e i piatti appesi alla parete nonché il verde sul soffitto come a riprodurre un giardino, sono particolari pensati per far sentire l’ospite come a casa. Grande importanza viene data al tableware, con bicchieri che vengono cambiati per adattarsi al tipo di vino servito, ma ancora più attenzione viene riservata per la privacy, con al centro l’esperienza del cibo e la convivialità, i valori di famiglia e della buona tradizione italiana, sana, genuina e gustosa.

Percorso enogastronomico “radici autoctone”

Una sinfonia piacevole di sapori, con vitigni autoctoni e ricette tradizionali italiane in perfetta sintonia. Molto curato il wine pairing, che nel corso della degustazione ha avuto come file rouge le vecchie vigne, con abbinamenti inconsueti ma sempre molto armonici e personalizzati sul piatto servito.

Sandwich di pezzata rossa con mayo al cren e brunoise di cetriolini

Ad aprire le danze il benvenuto dello chef, una mini-focaccia molto gustosa e croccante, che predispone già l’appetito per la portata successiva. In abbinamento Schiava Keil – Manincor, un vino rosso dell’Alto Adige. L’idea di partire con un vino rosso come la Schiava, fresco, fruttato, decisamente anticonvenzionale, risulta molto azzeccata grazie anche all’accorgimento di servirlo al di sotto della temperatura di servizio e contribuisce a ribadire la freschezza e la leggerezza del piatto.

Battuto di gamberi rossi di Mazara con arancia rossa e finocchietto selvatico

Questo primo antipasto – per noi uno dei piatti assolutamente da provare – conquista grazie al profumo molto intenso dei gamberi di Mazara non appena viene servito. L’elegante intensità olfattiva si ritrova anche a livello gustativo. La dolcezza e la grassezza del gambero vengono stemperate da piccoli frammenti di arancia, la cui nota agre rimane solo piacevolmente accennata e si sposa perfettamente al carpaccio di crostacei, assoluti protagonisti. A dare sapore contribuiscono anche il finocchietto selvatico. In abbinamento Etna Bianco San Lorenzo – Girolamo Russo. Nel calice si sente il vulcano, con sentori di frutta a polpa bianca, agrumi e gradevoli nuance floreali: un sorso che trasporta subito in un’altra dimensione. In bocca, il risultato è una sinfonia di sapori molto ben equilibrata, veramente eccellente.

Uovo pochè con spuma di topinambur e tartufo nero Uncinatum

L’uovo sta sempre più diventando protagonista delle varie proposte di fine dining. In questo caso viene abbinato al tartufo nero, che inebria coi suoi profumi intensi e decisi. La spuma di topinambur avvolge l’uovo in modo cremoso, celandone alla vista il contenuto. Non appena si affonda la forchetta, il colore intenso e vivace del tuorlo d’uovo crea un’intrigante tavolozza di colori, che rende accattivante questo piatto anche dal punto di vista visivo, accrescendo il piacere edonistico. In bocca si succedono sensazioni come morbidezza, grassezza ed intensità gustativa. Anche questa portata è realizzata a regola d’arte. A richiamare le note inconfondibili del tartufo l’eccellente Trebbiano Vigna dell’Impero – Tenuta Setteponti, un bianco il cui bouquet si fonda su sensazioni lievemente agrumate, floreali e di frutta secca.

Risotto Milanese D’oro

Questo primo, risotto alla milanese Gualtiero Marchesi con foglia d’oro, è a nostro avviso il pezzo forte della serata, uno dei più richiesti del locale. Cremoso, intenso nei sapori e nei profumi, saporito al punto giusto: un vero e proprio capolavoro culinario, un inno a Milano e alle sue tradizioni. Realizzato secondo la ricetta di Gualtiero Marchesi con la foglia d’oro edibile ed i pistilli di zafferano. In abbinamento Lugana Riserva Fabio Contato – Ca Maiol, che al naso propone fragranze fruttate ed erbe aromatiche arricchite da tostature ben dosate e note fumé.

Tagliata di ribeye con cipolline borretane e cime di rapa

Questo piatto esprime un ventaglio di sapori intensi che si fondono armoniosamente. La carne, cucinata alla perfezione, è tenera e succulenta, con le cipolline borretane che aggiungono una piacevole dolcezza al piatto, mentre le cime di rapa, leggermente amare, conferiscono freschezza alla portata e gradevoli sensazioni erbacee. In abbinamento Etna Rosso San Lorenzo – Girolamo Russo, il cui profilo olfattivo è contrassegnato da nitidi aromi di frutta rossa che si alternano ordinatamente a note balsamiche e speziate.

Sorbetto della Casa – Pasticceria Secca

Questo sorbetto della casa è morbido e cremoso, grazie alla mantecatura, fatta al momento con grande maestria, che gli conferisce una consistenza vellutata. La sensazione in bocca è di grande freschezza ed intensità gustativa. A seguire fine pasticceria secca, preparata sempre in casa, abbinata ad un Moscato D’Asti – Marcarini, un vino con un quadro olfattivo incentrato su note floreali e fruttate ed una buona persistenza aromatica.

Che si tratti di eventi, feste o una serata intima e speciale, La Gioia saprà farvi vivere un’esperienza unica e irripetibile.

Per informazioni

La Gioia

Via San Marco, 38 – Milano

Orari apertura

Lunedi 19:30 – 00:00, Martedi – Domenica 12:30-14:30   19:30-00:00

https://www.lagioiasanmarco.com/