Gli artigiani del ciboStories

Lo storico prosciuttificio Marco d’Oggiono compie 75 anni

Storia di una delle eccellenze lombarde tra tradizione, metodi naturali e innovazione: un arte che si tramanda di generazione in generazione

 “Su quel ramo del lago di Como che volge al mezzogiorno”: questo è il celebre inizio dei Promessi Sposi del Manzoni, ma può essere anche l’incipit della bellissima storia che vi vogliamo raccontare oggi.

Il protagonista nel nostro caso è lo storico prosciuttificio Marco d’Oggiono, un’icona dell’enogastronomia italiana conosciuta in tutto il mondo, le cui origini sono strettamente collegate alla città di Lecco che si affaccia proprio sulle sponde dell’omonimo lago.

Per sapere qualcosa di più su Marco d’Oggiono e per scoprire il segreto del successo di questo brand abbiamo intervistato Agnese, la maggiore dei tre figli che oggi gestiscono l’attività di famiglia.

La storia di famiglia

La storia dell’azienda inizia a Lecco tra fine ‘800 e inizi 900 – ci racconta Agnese – quando nonno Felice possedeva due negozi di salumeria con abbinato un piccolo laboratorio di carne e faceva consegne sul lago ai ristoranti della zona usando il battello. Già su una guida di Lecco del 1927 si trova una pubblicità che fa riferimento a quest’attività ed in particolare alla lavorazione di prosciutti crudi, una rarità per la Lombardia dell’epoca, dove si consumava tutto del suino ma non si usava fare il prosciutto crudo.

Fu però solo nel 1945 – continua Agnese – che i genitori Luigi Spreafico e Angela si spostano da Lecco ad Oggiono dove fondano ufficialmente il prosciuttificio Marco d’Oggiono.

Quest’anno l’azienda, specializzata nella produzione di prosciutto crudo che rappresenta il core business, a cui si aggiungono anche bresaola, carpacci, salami crudi e da cuocere, coppe, cotechini e altri insaccati di qualità, compie ben 75 anni.

Attualmente la società è gestita da Agnese, Giulia e Dionigi, figli dei fondatori, che hanno ereditato da loro la stessa passione per la produzione dei prosciutti, meritevoli di aver dato un ulteriore impulso allo sviluppo della società: si deve infatti a loro il lancio sul mercato di nuovi prodotti basati sulla rivisitazione in chiave moderna di antiche ricette, quali ad esempio quelli della particolarissima linea celtica.

La scelta del nome della società – ci confida Agnese – si è rivelata essere nel tempo particolarmente azzeccata: da una parte permette di identificare immediatamente il prosciuttificio con l’omonima cittadina dell’Alta Brianza, dall’altra rimanda al suo cittadino più illustre, Marco d’Oggiono, un pittore del ‘400 allievo di Leonardo da Vinci.

Un nome, quindi, capace di riassumere egregiamente due principi cardine che contraddistinguono da sempre questo brand: lo stretto legame col territorio – di cui la famiglia va molto fiera – e il carattere artigianale della produzione, che richiede estro, creatività e notevole abilità.

L’importanza del territorio

Tra Marco d’Oggiono e la Brianza esiste in effetti un rapporto quasi di simbiosi.

Da una parte, l’azienda, ha il merito di aver reso celebre questo piccolo angolo dell’Alta Brianza in tutto il mondo grazie al suo prosciutto crudo – eletto nel 1999 prodotto tipico dalla Regione Lombardia e riconosciuto durante l’Expo 2015 come una delle dieci eccellenze lombarde – dall’altra, l’arte salumiera brianzola con le sue antiche ricette è stata una grande fonte di ispirazione, ma non solo. Scopriamo, inoltre, dalle parole di Agnese, come uno dei segreti della bontà e dell’inconfondibile dolcezza del prosciutto crudo derivi proprio dal fantastico microclima di questa incantevole zona lacustre .

Le montagne che proteggono dai venti freddi del nord, la vicinanza del lago, il suo clima umido, le colline circostanti con la loro costante e lieve ventilazione esercitano un’influenza determinante sulla stagionatura, che può avvenire in modo completamente naturale con l’impiego di minor quantità di sale (un punto in meno rispetto ai comuni crudi dolci). Una lavorazione che si basa su un gioco di asciugatura, stagionatura, assenza di congelazione e conservanti , che richiede il massimo impegno.

Un quid in più che unito all’abilità nei processi di lavorazione contribuisce a fare la differenza.

L’artigianalità dei prodotti e l’attenzione per i processi naturali e gli ingredienti bio

Altro punto di forza dell’azienda è costituito dall’artigianalità, quasi artistica ed il parallelismo col pittore emerge qui in modo evidente, sottolinea Agnese: la produzione di ogni singolo pezzo ha caratteristiche uniche ed è frutto di un’arte che si tramanda di generazione in generazione, che si basa su pilastri come passione, impegno, dedizione e, perché no, anche un pizzico di ingegno e sperimentazione.

Nulla è lasciato al caso, ma ogni dettaglio è curato nei minimi particolari per raggiungere l’eccellenza qualitativa: dalla selezione delle materie prime al processo produttivo. Gli ingredienti arrivano da allevamenti biologici, mentre la lavorazione predilige metodi naturali senza l’impiego di conservanti o additivi.

I riconoscimenti

Una filosofia attenta all’ambiente che ha come risultato prodotti di qualità, naturali, genuini, vere e proprie prelibatezze che hanno una marcia in più, come testimoniano i molteplici premi vinti (quali ad esempio Premio R-Innovation della Terra conferito al prosciutto crudo durante l’EXPO o il Premio La Cucina Italiana dato alla mortadella di fegato) e i riconoscimenti ricevuti dall’Alta Ristorazione (premio Le soste Eccellenza artigiana di cui il celebre chef stellato Sadler è presidente).

Ulteriore conferma della loro bontà arriva dal fatto che sono menzionati nelle più autorevoli guide enogastronomiche di settore (quali quelle del Gambero Rosso, Artigiano Radiosi di Massobrio e Gatti solo per citarne alcune).

Tutti riconoscimenti che rendono Marco d’Oggiono una delle eccellenze enogastronomiche indiscusse della Lombardia.

I prodotti

Il core business è rappresentato dal prosciutto crudo. Oltre ai prosciutti crudi e cotti e insaccati tipici della tradizione, questo storico marchio propone anche bresaola fatta con anca di bovino certificata di razza chianina ed altre specialità esclusive, uniche nel loro genere. Degna di nota l’innovativa Linea Celtica, una vera e propria delizia, che comprende prodotti lievemente affumicati, tra cui lo squisito carpaccio celtico, ottenuto sempre dalla punta d’anca dei bovini e fatto affumicare utilizzando il fumo secondo un antico metodo naturale usato dai celti.

Ci confida Agnese in anteprima, che a breve verrà lanciato sul mercato un nuovo articolo: la Rosa di Bosco, un filetto di suino stagionato e affinato con aromi ed erbette, dal profumo delicato, che può essere tagliato a mano, ideale per l’aperitivo, che promette di essere un altro successo, sicuramente apprezzato molto soprattutto dai giovani.

La distribuzione e la sala degustazione

I prodotti Marco d’Oggiono, per scelta, non sono presenti sulla larga distribuzione, ma rimangono una realtà di nicchia dedicata principalmente alla ristorazione. Tuttavia possono essere acquistati anche dai privati presso lo spaccio aziendale o direttamente dallo shop on line, introdotto di recente.

Per essere più vicini ai propri clienti è stata aperta una sala di degustazione, utilizzabile come luogo di aggregazione per lezioni di cucina, presentazione di libri ed eventi di degustazione, che costituisce un importante occasione di dialogo con i consumatori per comprendere meglio le tendenze e i gusti.

Un opportunità per continuare a migliorare e riuscire sempre più a soddisfare anche i palati più esigenti.

Per maggiori informazioni:

Marco d’Oggiono

Via Lazzaretto 29 – 23848 – Oggiono (Lecco)

E-mail: info@marcodoggiono.com

https://www.marcodoggiono.com/