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Le Dop e Igp italiane si presentano a Fattore Comune in Liguria

Il Consorzio della Focaccia di Recco ha organizzato la 5a edizione di Fattore Comune incontri fra Dop e Igp    

Esistono molti casi in Italia dove il nome di una città o di un particolare territorio si conosce grazie alle specialità alimentari. E’ il caso di Recco, resa famosa dalla sua focaccia  col formaggio e di molti altri prodotti esprimono l’orgoglio italiano.  Per tutelare e promuovere queste eccellenze gastronomiche del territorio sono stati creati dei disciplinari, dei consorzi al fine di permetterne l’identificazione immediata tramite il marchio Dop o Igp. Spesso si tratta di piccole realtà di nicchia in grado di produrre quantità limitate, per cui intraprendere un percorso di certificazione non sempre è semplici e che sono spesso penalizzate a vantaggio dei grandi consorzi.In un tale contesto è pertanto più che mai fare squadra per farsi ascoltare e per promuovere il territorio di origine.

Istituzioni e consorzi DOP e IGP insieme per un fattore comune

A questo proposito Venerdì 11 novembre,  il Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio, ha organizzato la quinta edizione di “Fattore Comune” incontri fra Dop e Igp, un evento rivolto ai prodotti agroalimentari nostrani tutelati dall’UE che portano nella propria denominazione protetta il nome del luogo di provenienza.Una manifestazione che ha permesso ai presenti di approfondire non solo la conoscenza di alcune delle eccellenze del patrimonio gastronomico italiano,  ma anche di comprendere meglio il loro  legame con il territorio del quale sono fortemente identitarie.

La manifestazione ha offerto l’opportunità ai produttori delle Dop e Igp di dialogare con le istituzioni presenti, esaminando numerosi aspetti legati a tutele, percorsi fatti, obiettivi colti, piani futuri, sbocchi sul mercato, appeal sul fenomeno del turismo gastronomico e nuove idee per fare squadra e agire come volano per il turismo.

Dopo l’interruzione del 2020 e l’edizione 2021 in cui traspariva una grande volontà di ripresa, Fattore Comune ha ripreso a pieno regime con un intenso programma, che ha visto al pomeriggio, al Teatro di Sori, diversi interventi – moderati da Lucio Bernini per il Consorzio Focaccia e Tinto del programma di Radio Rai Due Decanter e di Rai Uno Camper – delle istituzioni pubbliche e degli organismi preposti all’anti frode dei prodotti tutelati, e, subito dopo, un talk show in cui i consorzi e le amministrazioni pubbliche hanno presentato le proprie Dop o Igp e il relativo Comune/territorio attraverso interviste personalizzate.

Si è partiti, quindi, al teatro di Sori con un caloroso benvenuto dalla Città dell’Assessore del Comune di Sori Luca Pittore e subito dopo i saluti del Sindaco Città Metropolitana Marco Bucci portati dal consigliere Franco Senarega. Successivamente, ha aperto i lavori il Vice Presidente Regione Liguria e delega all’Agricoltura e al Marketing Territoriale Alessandro Piana. A seguire, con Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita che sostiene il sistema dei Prodotti Dop e Igp come modello di sviluppo economico, i conduttori e Alessandro Piana, si è parlato di marketing territoriale e della sua importanza strategica per tutto il settore agroalimentare.

Di seguito i prodotti Dop e Igp presenti a Fattore Comune 2022.

Le DOP e i IGP che hanno presenziato all’evento

La Robiola di Roccaverano DOP

A parlare della Robiola di Roccaverano Dop e del suo forte legame con il territorio sono saliti  sul palco per il Comune il Sindaco  di Roccaverano Fabio Vergellato e per il Consorzio Giovanni Solerio

La Robiola di Roccaverano Dop è un formaggio a pasta morbida prodotto con latte crudo intero di capra in purezza o in misura minima del 50%, con aggiunta, in rapporto variabile, di latte crudo intero di vacca e/o pecora in misura massima del 50%. Il latte deve essere ottenuto da capre di razza Roccaverano e Camosciata Alpina e loro incroci, da pecore di razza Pecora delle Langhe e da bovine di razza Piemontese e Bruna Alpina e loro incroci. Si distingue come Fresca, Affinata o Stagionata.

La Robiola di Roccaverano è particolarmente rappresentativa di questo piccolo angolo incontaminato del Piemonte, una terra di confine tra Alessandria, Cuneo e il mare. Roccaverano è infatti un bellissimo paesino, immerso tra colli e paesaggi mozzafiato. E’ proprio qui tra pascoli, brezze marine e natura incontaminata che si creano le condizioni per raggiungere altissimi standard qualitativi, merito anche delle condizioni climatiche che favoriscono tra l’altro anche lo sviluppo dei batteri del formaggio, dando vita ad un prodotto unico.

Non a caso Roccavarano è considerata da Onaf, l’Associazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio, come la città del formaggio, proprio grazie alla fama conquistata dalla Robiola.  Per sottolineare ulteriormente che non si tratta di una robiola qualsiasi, è in corso di approvazione il nuovo disciplinare che modificherà il nome della Dop eliminando robiola e lasciando solo Roccaverano dop.

Per gli appassionati di formaggio, il momento migliore per visitare il territorio è  l’ultima domenica di giugno, quando si svolge la tradizionale fiera della Robiola, organizzata in collaborazione con altri prodotti caseari. Per saperne di più Sabato e domenica si può anche accedere alla scuola.

I salumi piacentini DOP:la pancetta, il salame e la coppa piacentina

In rappresentanza dei salumi piacentini sono intervenuti il Presidente del Consorzio Antonio Grossetti e l’Assessore al Commercio del Comune di Piacenza Simone Fornasari.

Piacenza è l’unica Regione ad avere tre DOP nel settore della salumeria, chiara indicazione della lunga storia e tradizione in questo settore: la coppa piacentina, la pancetta piacentina ed il salame piacentino. La  denominazione può essere utilizzata solo dai salumifici ubicati nella Provincia di Piacenza e riconosciuti dal sistema di controllo preposto.

Il Consorzio sta facendo un gran lavoro per diffondere la conoscenza delle tre DOP e per far conoscere le differenze tra i salumi tutelati dal marchio DOP e per promuovere il territorio.

Per approfondire l’argomento rimandiamo al nostro articolo sulla coppa piacentina https://foodandwinemagazine.it/degustando-la-vera-coppa-piacentina-dop-artigianale/.

Il Peperone di Pontecorvo DOP

Il Peperone di Pontecorvo Dop è stata una vera scoperta. Si tratta di un ortaggio a frutto, allo stato fresco, ricavato dalla coltivazione dell’ecotipo locale Cornetto di Pontecorvo della specie Capsicum annuum L. L’Assessore del Comune Katiuscia Mulattieri, con il supporto dell’effervescente Claudio Natoni, uno dei produttori del Consorzio ha permesso ai presenti di conoscere meglio questa specialità italiana,  una realtà ancora di nicchia e poco conosciuta, che merita assolutamente l’assaggio.

Questo peperone cresce nella zona di Pontecorvo, un comune di 1400 abitanti situato in Ciociaria, da cui prende il nome . Questa particolare tipologia di peperone possiede delle caratteristiche molto particolari, sia dal punto di vista fisico che organolettico. E’ infatti molto dolce, particolarmente digeribile, grazie alla buccia che lo avvolge, che è molto fine.E’ ottenuto solo da semi selezionati. Oltre ad essere consumato come verdura, è alla base della produzione di diversi prodotti, che spaziano dalla crema di peperone, utilizzabile per condire la pasta e le tartine, alle composte di peperone, alla polvere di peperone ( molto utilizzata nella cucina gourmet), fino al liquore al peperone , solo per citare alcuni impieghi.

Per promuovere questo prodotto è nato il Consorzio del Peperone di Pontecorvo, La zona di produzione comprende l’intero territorio del comune di Pontecorvo e parte dei comuni di Esperia, S. Giorgio a Liri, Pignataro Interamna, Villa S. Lucia, Piedimonte S. Germano, Aquino, Castrocielo, Roccasecca e S. Giovanni Incarico in provincia di Frosinone, nel Lazio.

Come per gli altri casi per gustarlo al meglio, è consigliabile andare in loco. Divisa in due parti dal fiume Liri, la cittadina di Pontecorvo, tra l’altro, possiede diverse interessanti attrazioni turistiche, tra cui il Museo delle Battaglie (analogamente a Recco, la città di Pontecorvo venne interamente bombardata durante la seconda guerra mondiale, per poi essere ricostruita). Gli abitanti sono prevalentemente dediti all’agricoltura e questa zona è famosa tra l’altro anche per la coltivazione del Tabacco, tra cui quello utilizzato nei sigari toscani.

Da non perdere inoltre il Carnevale pontecorvese, uno più rinomati d’Italia, una tradizione che si ripete a febbraio da 70 anni e che attrae 25.0000 persone. Qui si può ammirare  “Burlicchio“,  la maschera ufficiale del Carnevale pontecorvese, simile al più famoso Arlecchino con un manganello in mano e con il naso di Pinocchio.

Questa zona è famosa anche per la coltivazione di Tabacco, che viene utilizzato all’interno dei sigari toscani.

Il Crudo di Cuneo DOP

Il racconto dell’interessante storia del Crudo di Cuneo, della difficoltà incontrate nell’affermarsi e nelle peculiarità che lo contraddistinguono, è stato affidato  al Presidente del Consorzio Chiara Astesana e il Direttore Giovanni Battista Testa.

La zona di Cuneo rappresenta il secondo produttore di suini italiano, animali poi macinati a Parma e a San Daniele ed utilizzati per la produzione dei loro celebri prosciutti crudi. Questo ha portato alcuni produttori ha lavorare i suini piemontesi in proprio, dando così vita ad una delle filiere più corte d’Italia. Si tratta di un prodotto di nicchia a produzione limitata portato avanti con convinzione al momento da due produttori, che puntano per differenziarsi sui seguenti fattori:

  •  stagionatura più lunga del normale ( il prodotto viene messo in commercio solo dai 24 mesi di stagionatura in sù)
  •  utilizzo solo di una piccola parte della coscia, quella più pregiata ( pari a circa il 25%).
  • completa tracciabilità del prodotto

A completare l’opera contribuisce anche il clima del territorio, particolarmente favorevole alla stagionatura

Il risultato è un prodotto di salumeria, crudo e stagionato, ottenuto dalla lavorazione di cosce fresche di suini appartenenti alle razze Large White italiana, Landrace italiana e Duroc italiana, iscritti al Libro Genealogico Italiano o a Libri Genealogici esteri riconosciuti dal Libro Genealogico Italiano per la produzione del suino pesante, in purezza o di loro incroci o ibridi.

Per gustarlo al meglio va tagliato al coltello. Perfetto in abbinamento con la  frutta, come kiwi, che si pone in concordanza e con la mela che con i suoi sentori asprigni ne esalta la sapidità. Per ulteriori approfondimenti su questa DOP si rimanda all’articolo https://foodandwinemagazine.it/prosciutto-crudo-di-cuneo-dop-tra-le-eccellenze-italiane/

Espressione di un territorio splendido e particolarmente ricco di prodotti prelibati, la zona di Cuneo presenta anche tanti interessanti attrazioni, come la bellissima cittadina di Saluzzo ( vedi articolo https://foodandwinemagazine.it/un-tour-alla-scoperta-della-provincia-di-cuneo-con-cascine-piemontesi/)

Il Brachetto d’Acqui DOP

Il Brachetto d’Acqui Docg è un vino semplice, facile, immediato, molto conosciuto prevalentemente come spumante rosso. Come suggerisce il nome, viene prodotto nella zona di Acqui, un territorio particolarmente ricco di vini aromatici, tra cui anche denominazione Nizza prodotta in 26 comuni. Il Brachetto d’Acqui Dop o Acqui Dop comprende le seguenti tipologie di vino: Rosso, Spumante e Passito. La zona di produzione include il territorio di 26 comuni nell’Alto Monferrato appartenenti alle province di Asti e Alessandria.Due anni fà si è aggiunta anche la versione in rosato, una vera e propria sorpresa del gusto.

Un prodotto che si può produrre  solo in quest’area caratterizzata da un terreno soffice e calcareo e che anche in questo caso è portabandiera di un territorio splendido, molto apprezzato soprattutto per il turismo termale.

Ha celebrarne i pregi  ed il legane con Acqui sul palco sono saliti il Presidente Paolo Riccagno e per il Comune di Acqui il Consigliere Fabrizio Baldizzone.

Il Radicchio di Chioggia IGP

Sul palco per il Consorzio,  il Presidente Giuseppe Boscolo Palo e Umberto Tiozzo dell’Ufficio stampa.

Il Radicchio di Chioggia Igp –  o il principe rosso come viene soprannominato da alcuni  è un ortaggio a foglia allo stato fresco appartenente alla famiglia delle Asteracee specie Cichorium intybus L., varietà Silvestre, prodotto nelle tipologie Precoce e Tardivo. E’ una speciale varietà di radicchio dalla forma tonda con le foglie ricurve verso l’interno ( una forma di auto-protezione del cespo dalla sabbia), frutto di anni di selezione dei semi. La sua caratteristica consiste nel fatto che si ottiene da un seme auto-prodotto.

La zona di produzione abbraccia il territorio dei comuni di Chioggia e di Rosolina, per la tipologia Precoce, e dei comuni di Chioggia, Cona, Cavarzere, Codevigo, Correzzola, Rosolina, Ariano Polesine, Taglio di Po, Porto Viro e Loreo per la tipologia Tardiva, tutti situati in Veneto. Anche in questo caso il territorio a cui si riferisce merita una visita: Chioggià è infatti una città bellissima, conosciuta anche come la piccola Venezia, per i suoi canali. Il bollino garantisce un facile riconoscimento della qualità per via delle regole rigide dei disciplinari.

Il basilico genovese DOP

Caratterizzato da un profumo unico, intenso e avvolgente che si sente in lontananza, il Basilico genovese DOP è uno degli ingredienti magici che concorrono a fare la differenza nel pesto che si mangia in Liguria, rispetto a quello degustato fuori regione .

Forse non tutti sanno che al mondo esistono oltre 200 diverse tipologie di basilico.

Il Basilico Genovese Dop rappresenta la coltura tipica della Liguria. Cresce su un terreno naturale situato lungo il versante a mare della Regione al di qua dello spartiacque appenninico, un arco di terra sospeso tra mare e monti che dona al basilico genovese quei colori, profumi ed aromi unici al mondo. La composizione in oli essenziali del basilico coltivato qui è diversa rispetto a tutte le altre zone del mondo.

Sono intervenuti a sostenere il basilico genovese DOP e a raccontare i progetti in corso Francesca Corso, l’Assessore al Marketing Territoriale del Comune di Genova  ed il Direttore del Consorzio Giovanni Bottino.

Per accontentare i turisti, che spesso vengono in Italia, principalmente per il cibo, il Consorzio sta organizzando una serie di eventi di degustazione, che a breve saranno accompagnati anche da rappresentazioni teatrali a tema.

La Focaccia di Recco col formaggio IGP

Prodotto da forno ottenuto dalla lavorazione di un impasto a base di farina di grano tenero, olio extravergine di oliva, acqua, sale, non lievitato e lavorato in due sottilissime sfoglie, farcite con formaggio fresco a pasta molle di latte vaccino fresco pastorizzato. La zona di produzione interessa i comuni di Recco, Sori, Camogli e Avegno, in provincia di Genova.

La Focaccia di Recco col formaggio Igp – Sul palco per il Sindaco di Recco Carlo Gandolfo e per il Consorzio la presidente Maura Macchiavello.

 

Le chiusure istituzionali sono state affidate a Alessandro Piana, Vice Presidente Regione Liguria. Al termine, saluti dei conduttori e, poi, in serata, esclusivamente su invito, il momento forse più atteso: grandi banchi d’assaggio con degustazioni guidate dei prodotti Dop e Igp al ristorante Vitturin 1860. La novità di quest’anno, data la peculiarità dei prodotti presenti, ha visto gli chef e i focacciai dei ristoranti associati al Consorzio recchese eseguire dal vivo gustosissime ricette dedicate.

Fra i banchi di assaggio di Fattore Comune 2022, sempre presente il Consorzio per la tutela dell’Olio Extravergine d’Oliva Dop Riviera Ligure, denominazione che deve essere accompagnata da una delle seguenti menzioni geografiche aggiuntive: Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante, che si differenziano per l’area di produzione e per la diversa percentuale negli oliveti delle specifiche varietà di olivo. L’olio Dop Riviera Ligure è pregiato, delicato, leggermente fruttato e dolce, con sensazioni di amaro e piccante con sentori di mandorla, carciofo, mela ed erbe selvatiche, un autentico tesoro da preservare.

Dulcis in fundo, non poteva mancare l’Enoteca Regionale della Liguria, da sempre impegnata nella valorizzazione dei vini regionali con particolare riferimento a quelli di denominazione di origine: Pigato, Vermentino, Ormeasco, Rossese di Albenga, Lumassina, Granaccia sono solo alcuni dei vini definiti da Mario Soldati “poesia della terra”.

Questa quinta edizione di Fattore Comune 2022 ha riproposto il tema del difficile periodo dovuto agli aumenti in tutti i settori, che sta mettendo in forte difficoltà anche le produzioni Dop e Igp. L’offerta al pubblico più complessa, con ostacoli sempre più numerosi da superare, obbligano di fatto a nuove strategie con obiettivi attuabili e una programmazione efficace.

Il mercato stesso richiede una produzione più controllata e qualitativa sostenuta da una comunicazione più rapida e completa: Fattore Comune vuole essere proprio un appuntamento annuale fisso in cui i prodotti tutelati dall’UE si ritrovano insieme, facendo per due giorni di 4 piccoli comuni della Liguria – Recco, Sori, Camogli e Avegno (GE), parte della zona di produzione della Focaccia di Recco col formaggio IGP – la casa delle Dop e Igp nostrane.