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CANTINE DI FILIPPO: gioiello di viticultura biodinamica

Un gioiello della viticultura umbra che punta sull’utilizzo combinato di agricoltura biologica, tecniche di “agro ferestry”

Come dal desiderio di una famiglia di viticultori dell’umbria di rispettare la natura e l’ambiente con i suoi equilibri può dar vita a tecniche di produzione innovative e a vini eccellenti

Mission dell’azienda Di Filippo

Rispettare l’ambiente, coniugando l’amore per il proprio lavoro ed una produzione di qualità, nel rispetto dell’universo e del suo equilibrio. Questo lo scopo che ha mosso la famiglia Di Filippo, proprietaria dell’omonima azienda vitivinicola posizionata nel cuore dell’Umbra, a sperimentare una viticoltura a basso impatto molto affascinante e particolare.

L’approccio biodinamico: la sinergia tra oche, vino e cavalli ad integrazione

L’azienda conduce i vigneti secondo i principi dell’agricoltura biodinamica, ed ha elaborato un sistema agricolo molto singolare, non solo completamente sostenibile, ma anche economicamente vantaggioso, accessibile a tutti, che si basa basata sull’utilizzo combinato di agricoltura biologica, tecniche di “agro ferestry” e sulla conduzione del vigneto senza l’utilizzo di macchine, ma solo con l’aiuto di animali.

L’idea di impiegare i cavalli, opportunamente addestrati e dotati di strumenti ad hoc nelle varie fasi di lavorazione dei campi e delle vigne, dalla semina all’incalzo, nasce nel 2010 ed è già implementata su piccole parcelle di pochi filari di vigna con l’obiettivo di venire estesa, poi, a tutta la produzione.

Un progetto ambizioso verso un tipo di produzione interamente bio-dinamica che costituisce la naturale evoluzione di un percorso rispettoso dell’ambiente e del territorio, già avviato da tempo e con diverse modalità dai fratelli Roberto e Emma Di Filippo, che hanno attualmente in mano le redini dell’azienda.

Praticamente da sempre l’azienda produce vini da agricoltura biologica certificata, ottenuti senza l’utilizzo di sostanze chimiche come fertilizzanti, diserbanti, pesticidi, anticrittogamici e concimi e senza l’aggiunta di coloranti nella trasformazione dei prodotti.

Mossi dalla convinzione che per fare un buon vino si parte dalla vigna e che i prodotti chimici nuocciono anche alla salute e non solo all’ambiente, l’azienda impiega per la fertilizzazione materiali organici, tecniche molto naturali e metodi non invasivi, come: il compost, derivato dalla decomposizione di materie organiche, le rotazioni colturali, il sovescio. Tutti metodi mirati a salvaguardare la struttura del suolo e a mantenere l’equilibrio biologico del terreno, compresa la fauna presente, che svolge in questo caso un ruolo fondamentale.

Ma questo non è tutto, la famiglia Di Filippo nella propria azienda fatto un ulteriore passo verso una produzione sempre più naturale ed eco-sostenibile, sposando la filosofia biodinamica e le tecniche colturali che questa prevede. Una scelta più etica, che filosofica che va ben oltre l’agricoltura biologica.

La biodinamica si basa, infatti, sulla consapevolezza del fatto che ogni cosa sia inserita in un contesto vivente più ampio, che comprende tutto l’universo, all’interno del quale tutto è interdipendente e strettamente correlato. Un sistema può difendersi autonomamente solo in corrispondenza di un perfetto equilibrio nella sua totalità. Come si può capire il sistema produttivo naturale è molto complesso e va interpretato nel suo insieme, basandosi sul presupposto che l’uomo deve produrre rispettando l’ambiente in cui vive e di cui fa parte.

Per questo motivo Roberto di Filippo, principale artefice di questa impostazione, ha introdotto forme di agro-foresteria, che prevedono la combinazione tra la produzione della vite con allevamento di oche lasciate allo stato brado che concimano il terreno e che hanno un duplice vantaggio, quello di accrescere la biodiversità del suolo, a vantaggio del vino, e quello di generare altre forme di entrate, derivanti dalle uova e dalla carne d’oca. Le oche vengono acquistate da aziende biodinamiche, hanno un importante ruolo nella concimazione del terreno e sono poi vendute agli chef locali, che le considerano particolarmente pregiate

Il progetto si estende alla lavorazione della terra senza l’utilizzo di macchinari: al loro posto sono impiegati cavalli, accuratamente addestrati, e attrezzi creati ad hoc per le varie fasi di coltivazione.

Il risultato di queste sperimentazioni si può già riscontrare nei vini in produzione, come il Grechetto 2018 non filtrato.