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Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021

Le 5 nuove tendenze del Food & Wine: Neverending Tourism, Well-being, nuovi luoghi spazi ed architetture, Enogastroturismo, gusto della Sostenibilità

Il 6 maggio è stata presentata, in diretta streaming dal canale YouTube del Senato della Repubblica, la quarta edizione del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021 curato da Roberta Garibaldi, Presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, con la collaborazione del suo team e del Comitato Scientifico, il patrocinio di ENIT, Fondazione Qualivita, ISMEA e Touring Club Italiano e il sostegno di PromoTurismo FVG, Visit Emilia, Valdichiana Living e Unicredit.

Sono intervenuti il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il Sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, Alessandra Priante, direttore Europa di UNWTO e il Presidente dell’ENIT Giorgio Palmucci.

La nuova edizione del Rapporto evidenzia i cambiamenti della domanda e le opportunità che si aprono per gli operatori del settore (imprese agricole, aziende del la trasformazione, strutture di ospitalità e ristorazione) e per le destinazioni, che saranno in grado di intercettare le nuove tendenze in atto.

Ora che l’Italia è riaperta, l’industria del turismo ha riacceso i motori, l’enogastronomia si conferma uno dei nostri punti di forza, ha enormi margini di crescita e può fare da traino per l’intero settore turistico, ma è necessario organizzarsi per esprimere pienamente le nostre potenzialità in questo ambito.

Le eccellenze del Made in Italy hanno il vantaggio di fare da ponte tra prodotto e territorio: ogni nostra regione è un viaggio del gusto.

La crescita del fenomeno enogastronomico e dell’interesse verso l’enoturismo

Si registra una crescita costante del fenomeno enogastronomico, che passa dal 21% nel 2016 al 55%. del 2021, nonostante l’impatto della pandemia che ha comportato una riduzione sul potere di spesa e sulla possibilità di vivere esperienze.

Tra l’altro si assiste ad una trasformazione della ristorazione che è tra le prime motivazioni di viaggio, soprattutto per i turisti stranieri.

La riscoperta dei territori

Nel 2020, i turisti italiani hanno riscoperto l’Italia come destinazione, scelta quasi obbligata dalle restrizioni imposte ai viaggi internazionali e con essa il suo patrimonio di sapori territoriali.

Le località di mare sono, così, diventate la porta di accesso per partecipare a esperienze enogastronomiche memorabili nell’entroterra (53% dei turisti enogastronomici), davanti alle città d’arte e alle destinazioni montane.

La voglia di vivere all’aria aperta ha spinto i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), nel tentativo di individuare soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%).

Nella scelta degli hotel, la presenza di un’offerta che valorizza i cibi tipici locali appare sempre più determinante e l’80% degli intervistati si aspetta una prima colazione a base dei prodotti del luogo.

Da turista a protagonista

La pandemia ha modificato le scelte del consumatore, che vuole vivere da protagonista le esperienze a diretto contatto con la natura.

Alle tradizionali visite in cantina, percepite come troppo simili tra loro dal 60% dei turisti enogastronomici (+6%), e all’approccio “passivo”, si sostituisce la volontà del turista enogastronomico di diventare protagonista e parte attiva della visita, per esempio partecipando alla vendemmia. Un modo per diventare egli stesso un elemento di quella comunità agricola (ad es. vendemmia attiva).

In crescita anche il desiderio di un maggior contatto con la natura – a cui ha contribuito anche il lockdown – e l’attenzione per la sicurezza: raddoppia la percentuale di chi vuole raggiungere l’azienda in bicicletta, scende di 9 punti la quota di chi vorrebbe usare l’automobile e cresce il numero di turisti che vuole essere rassicurato e che presta attenzione al rispetto per l’ambiente.

Da turista a stakeholder

La consapevolezza acquisita delle tematiche socio-ambientali trasforma il turista enogastronomico in una sorta di stakeholder del luogo e/o dell’azienda virtuosa, che opera in armonia col territorio. La scelta di una destinazione diventa una sorta di “premio” alle aree e alle aziende agricole che hanno operato per lo sviluppo autentico e armonico, rivalutando e proteggendo i saperi e la cultura locale, creando nuove opportunità di lavoro soprattutto per giovani e donne. E la fidelizzazione del turista, con l’acquisto dei prodotti, appare come una logica conseguenza dell’esperienza vissuta.

Turismo di benessere fisico-mentale

Si conferma in pieno sviluppo anche il trend wellbeing. Il 65% dei turisti enogastronomici sarebbe interessato a frequentare percorsi e workshop nelle aziende di produzione con informazioni utili sul benessere psicofisico, il 64% vi vorrebbe praticare attività sportiva all’aria aperta. Offerte come lo yoga, il forest bathing e la possibilità di praticare sport in ambiti rurali (palestra, trekking, bici) assumono particolare importanza nelle decisioni di visitare territori e imprese del f&b.

Turismo rurale

Cresce l’interesse anche per il turismo rurale.

L’impatto del digital

Cambiano anche la modalità di accesso all’esperienza e la digital revolution acquista un peso rilevante nella fase pre e post esperienziale.

Se nella scelta di visitare un’azienda o un territorio continua a prevalere il passaparola tra amici e conoscenti (55%), la ricerca evidenzia, tuttavia, un peso sempre più importante dei social network, con Instagram in crescita (+4%) rispetto a Facebook, che continua, comunque, a essere lo strumento social più utilizzato.

Nelle modalità di prenotazione si evidenzia, come effetto della pandemia e della necessità di una prenotazione o conseguente possibilità di disdetta, un ricorso rafforzato alla chiamata diretta via telefono (62%) o tramite mail (46%), preferite alle soluzioni di contatto attraverso portali istituzionali o agenzie di viaggio.

Il digitale è invece diventato lo strumento di riferimento per la fase successiva all’esperienza diretta, dall’acquisto dei prodotti con consegna a domicilio (che interessa il 70% degli intervistati) fino alle degustazioni digitali e alla possibilità di entrare a far parte di wine club.

Sicilia e Napoli in vetta alle preferenze italiane

Tra le regioni italiane svetta la Sicilia come meta enogastronomica più desiderata, seguita da Emilia-Romagna, Campania e a seguire Puglia e Toscana. La città preferita dai turisti enogastronomici italiani è Napoli, che precede Bologna, seguita da Palermo per gli italiani in generale e da Roma per i turisti enogastronomici.

Spagna e Parigi le mete enogastronomiche preferite all’estero

La classifica dei Paesi stranieri ritenuti la migliore destinazione dal punto di vista enogastronomico vede al primo posto la Spagna, seguita dalla Francia e poi dalla Grecia. La capitale francese, Parigi, si guadagna la prima posizione tra le città straniere preferite per l’enogastronomia, seguono nella graduatoria le città spagnole di Barcellona e Madrid.

Turismo come patrimonio comune

Il sistema turistico italiano con la sua cultura gastronomica di tutto rilievo sta prendendo sempre più coscienza.

La fruizione di esperienze a tema enogastronomico ha tutte le carte in regola per diventare un patrimonio comune, generando flussi turistici distribuiti in ogni periodo dell’anno e in località meno note.

Le esperienze enogastronomiche, infatti, contribuiscono a mutare la geografia turistica, introducono nuove forme di approccio alla conoscenza dei territori, rappresentano un traino per le imprese e per il rinnovamento dei modelli turistici in ottica più sostenibile e attenta alla qualità e, dulcis in fundo, spesso costituiscono un valido motivo per prolungare l’esperienza di viaggio.