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Cantine Garrone: i custodi della Val d’Ossola

Cinque etichette per far conoscere al mondo l’eccellenza ed il carattere fiero dei vini di montagna della Val d’Ossola     

Tra fiumi, torrenti, vette e ripidi pendii, accarezzata dalle miti brezze dei vicini laghi Maggiore e d’Orta e custodita tra montagne ed i terreni sabbiosi del fondovalle, si estende la Val D’Ossola, un piccolo lembo di terra a forma di foglia d’acero situata in provincia di Domodossola.

La viticultura in questa zona è molto radicata, favorita da un clima fresco con forti escursioni tra notte e giorno e da terroir ricchi di scheletro e detriti provenienti dal ritiro dei ghiacciai.

Da sempre in queste zone si producono vini dotati di grande freschezza, che presentano caratteristiche molto diverse rispetto a quelli prodotti nelle altre zone dell’Alto Piemonte. Questo è il regno del Prünent, citato già nel XIV° secolo, il vitigno autoctono ossolano per eccellenza, un clone antico del nobile vino piemontese Nebbiolo, che dà vita a denominazioni come Valle Ossolane Doc e Nebbiolo superiore Doc.

Tra i produttori più rappresentativi di quest’area vitivinicola situata all’estremo nord del Piemonte troviamo le Cantine Garrone, un vero e proprio punto di riferimento per l’intero territorio, che abbiamo avuto modo di conoscere in occasione dell’evento organizzato l’8 Marzo presso il ristorante Il Liberty di Milano.

Un po’ di storia

La Tenuta di Cantine Garrone si trova ad Oira di Crevoladossola, ai confini con la Svizzera e conta oggi su 3 ettari vitati di proprietà per una produzione totale di circa 40/50.000 bottiglie, la maggior parte delle quali esportate all’estero o vendute nei dintorni.

La storia di Cantine Garrone, oggi gestite da Matteo e Marco – la quarta generazione -, inizia nel 1921, quando Luigi Garrone si trasferisce a Domodossola dando origine al ramo ossolano dell’azienda. Fino alla fine degli anni ’80 la produzione nella zona era limitata al solo consumo familiare, poi Roberto e Mario Garrone riescono ad acquistare uve da piccoli viticoltori – operazione non semplice in un contesto molto frammentato come quello ossolano – che sommate a quelle di famiglia consentono di produrre e commercializzare il vino.

Oggi Cantine Garrone utilizza uve provenienti da 14 ettari, di cui 3 di proprietà, gli altri 11 suddivisi tra 50 piccoli viticoltori, che lavorano sotto la consulenza agronomica aziendale.

I vigneti sono disposti su terrazzamenti artificiali scavati nella roccia e delimitati da muretti a secco, ma anche sui pendii meno impervi. Tutte le fasi della coltivazione, dalla potatura alla vendemmia, vengono svolte manualmente. I terreni sono molto eterogenei con alcune caratteristiche comuni: pH tra acido e sub acido, elevata presenza di materiale roccioso (in prevalenza micascisti e calcescisti), sabbia e poca argilla.

Le vigne più vecchie ultracentenarie sono allevate a pergola – tecnica di coltivazione che ne favorisce la longevità – e si alternano con impianti più recenti piantati dal 2010 in poi a Guyot.

La filosofia aziendale

Cantine Garrone, da sempre il punto di riferimento della denominazione Valli Ossolane, è stata la prima e per molto tempo l’unica Cantina ad investire nel progetto di recupero della viticoltura in quest’area.

Principale artefice della riscoperta del Prünent, un vitigno molto antico già citato nel 1309 e storicamente indicato nelle funzioni religiose, Cantine Garrone, in collaborazione con l’Università di Torino, ha partecipato al progetto di recupero del materiale genetico del Prünent selezionando tre cloni di “Nebbiolo Ossolano” oggi riprodotti in vivaio.

Attualmente l’azienda si pone come obiettivo quello di valorizzare il territorio ossolano attraverso un prodotto di alta qualità. La speranza per il futuro è quella di vedere riconosciuto questo territorio come riferimento per i vini di montagna, in particolare i Nebbioli, incrementando il valore delle bottiglie prodotte.

I vini

L’azienda coltiva principalmente Nebbiolo, poi, Croatina, altro vitigno tipico della zona, Merlot per i rossi e Chardonnay per i bianchi.

La degustazione

Nel corso dell’evento abbiamo degustato le seguenti etichette:

  • Vino Rosso Munaloss 2020;
  • Valli Ossolane DOC Nebbiolo Superiore Prünent 2019;
  • Valli Ossolane DOC Nebbiolo Superiore Prünent diecibrente 2019;
  • Valli Ossolane DOC Rosso Cà del Mat 2019;
  • Valli Ossolane DOC Rosso Tarlap 2020.

Vino Rosso Munaloss 2020

E’ il vino più giovane e leggero dell’azienda, quello che meglio rappresenta la tradizione e che più assomiglia a quello che bevevano i nonni. E’ composto da 70% Nebbiolo e 30% Croatina. L’uva viene pigiata e lasciata fermentare sulle vinacce per almeno 7 giorni in vasche in acciaio inox a una temperatura massima di 25°C. Il vino, poi, riposa un anno in vasche in acciao inox.

Note di degustazione

Esame visivo: si presenta nel calice con una veste color rubino dai riflessi luminosi, dotato di bella trasparenza, tipica dei vini di montagna.

Esame olfattivo: incipit di piccoli frutti rossi, come ribes, lamponi e mirtilli, a cui segue una leggera nota pietrosa. Vaghi accenni di pepe nero aleggiano pacati.

Gusto-olfattivo: la bocca è scolpita dalla freschezza e da un guizzo indomito di piacevole acidità mista a sapidità, che ne esalta il suo carattere territoriale. Il sorso snello nasconde i tannini scalpitanti e decisi che tradiscono la sua gioventù.

Abbinamenti: proposto in abbinamento ad un tortino di melanzane e burrata con zucchine in tempura.

Valli Ossolane DOC Nebbiolo Superiore Prünent 2019

Il Prünent, col suo bell’equilibrio tra delicatezza aromatica del frutto e gusto sapido, roccioso e minerale tipico dei vini di montagna, è il vero simbolo delle Cantine Garrone.

L’uva, 100% Nebbiolo, viene pigiata e lasciata fermentare sulle vinacce per almeno 10 giorni in vasche in acciaio inox a una temperatura massima di 28°C. Nella primavera successiva alla vendemmia il vino viene messo in botte di rovere francese, dove rimane almeno un anno, ed effettua la fermentazione malolattica. Successivamente, viene imbottigliato e rimane almeno sei mesi in bottiglia prima della vendita.

Note di degustazione

Esame visivo: sfoggia una livrea dal color rubino vivace con riflessi che virano sul granata di ottima trasparenza e luminosità.

Esame olfattivo: al naso è fine e raffinato. Sentori fruttati di ciliegia e marasca si prendono la scena, mescolandosi a reminescenze floreali. Senza indugi si passa a cenni minerali e tracce di radici che sfumano in chiari riconoscimenti di erbe aromatiche. Le note speziate e i ricordi di liquerizia, dati dal legno, sono appena accennati, ma contribuiscono ad impreziosire il ventaglio olfattivo.

Esame gusto-olfattivo: l’assaggio esibisce un gustoso equilibrio. Entra in bocca con leggerezza ed eleganza, per poi rivelare tutta la sua potenza, celata dai tannini finemente cesellati. La morbidezza trova una perfetta spalla nella tipica acidità che ravviva e rinfresca il sorso che risulta rotondo, pieno ed appagante.

Abbinamenti: eccellente sia con primi strutturati che secondi a base di carne.

Valli Ossolane DOC Nebbiolo Superiore Prünent diecibrente 2019

Qui il Prünent raggiunge la sua massima espressione ed eccellenza qualitativa: questo vino è, infatti, il prodotto di una singola vigna di novanta anni coltivata a pergola. L’uva, 100% Nebbiolo, viene pigiata e lasciata fermentare spontaneamente sulle bucce per almeno 10-12 giorni in vasche in acciaio inox ad una temperatura massima di 28°C. A fermentazione alcolica ultimata, il vino viene trasferito in una botte di legno, dove riposerà per almeno 15 mesi prima di essere imbottigliato. Un vino che colpisce per la grande eleganza ed equilibrio, ma che mantiene il suo carattere.

Esame visivo: manto color granato molto luminoso e di bella trasparenza.

Esame olfattivo: impatto olfattivo di grande finezza, dall’esordio floreale di viola fresca, rosa canina e genziana, a cui segue una scia fruttata con chiari riconoscimenti di ciliegia, prugne scure e ricordi di amarena. Tocchi minerali con reminescenze di artemisia si adagiano tra le intriganti note speziate e gli effluvi balsamici.

Esame gusto-olfattivo: il sorso è rotondo, appagante, dinamico e succoso. La vibrante freschezza – che lascia presagire la vocazione all’invecchiamento – esprime il carattere tipico delle valli ossolane e risulta assolutamente ben intergrata e bilanciata con le altre componenti. Al palato non lesina potenza con tannini densi, morbidi e vellutati che danzano in modo equilibrato con sapidità e struttura. Epilogo con ritorni speziati e rimandi minerali coerenti con le impressioni olfattive.

Abbinamenti: assolutamente perfetto col primo proposto dallo Chef, chiamato “quasi una lasagna“, composto da eccellenti ravioli ripieni di carne stufata avvolti da una spuma di latte.

Valli Ossolane DOC Rosso Cà del Mat 2019

Quest’etichetta – di cui noi abbiamo degustato la versione Magnum – è un omaggio al nonno Matteo: Cà del Mat significa, infatti, la casa di Matteo. E’ frutto di una selezione delle uve migliori ed è sempre a base di croatina 20% e di nebbiolo 80%. Nonostante la composizione sia la stessa del primo vino degustato, appare molto più completo, a dimostrazione delle diverse sfumature che questo territorio sa regalare.

Esame visivo: rubino brillante, vivace e trasparente.

Esame olfattivo: i profumi sono caratterizzati da un’interessante varietà di diverse componenti. Ricordi di lamponi e fragoline di bosco unite a tocchi di frutta matura si alternano con sfumature articolate di erbe aromatiche, per proseguire su note di spezie dolci, tra cui chiari cenni di liquirizia. In sottofondo sbuffi balsamici con ricordi di humus e terra bagnata.

Esame gusto olfattivo: assaggio pieno ed avvolgente, bilanciato tra morbidezza e tannino elegante. Mantiene un’eccellente freschezza.

Valli Ossolane DOC Rosso Tarlàp 2020

Il vitigno merlot in Ossola ha una tradizione ormai consolidata: Cantine Garrone lo alleva da anni con molta tenacia, caratteristica che contraddistingue da sempre quest’azienda di Domodossola. Millesimo dopo millesimo il “Tarlàp” ha guadagnato il suo spazio accanto al prünent.

Le uve sono coltivate in gran parte nella frazione di Calice di Domodossola, dove sorge l’oratorio della Madonna del Tarlàp, protettrice dei vigneti. Il nome di quest’etichetta nel dialetto locale significa “un goccio” e ricorda un episodio realmente accaduto: a seguito di un’alluvione solo una specifica zona riuscì a produrre vino, quella dove ora si coltivano le uve del Tarlap. A ricordo di quest’episodio la Chiesa è stata intitolata alla Madonna del Tarlàp.

Note di degustazione

L’uva, 100% Merlot, viene pigiata e lasciata fermentare sulle vinacce per almeno 7 giorni in vasche in acciaio inox ad una temperatura massima di 25°C. A fermentazione alcolica ultimata, il vino viene messo in botti grandi di legno dove rimarrà circa un anno. Successivamente viene imbottigliato.

Esame visivo: l’intensa e profonda concentrazione cromatica tra il rubino e il porpora evidenzia toni vivaci ed una trama di media consistenza.

Esame olfattivo: soffi floreali sfumano in note di frutta rossa carnosa e matura, con frutti neri di amarena, mora e mirtilli in primo piano. Ad appagare il naso sono i profumi che esprimono la complessità speziata, con sbuffi balsamici di eucalipto, spezie fini e leggera tostatura data dal legno.

Esame gusto-olfattivo: il sorso di media sapidità mette in evidenza un tannino pacato ed avvolgente. Al palato risulta piacevole, fresco, morbido e colpisce per immediatezza e doti di bevibilità.

Abbinamenti: proposto in abbinamento a guancia di vitello e verdure. Ideale con carne rossa, formaggi di media stagionatura.

Per informazioni

Cantine Garrone Srl

Via Scapaccino, 36

28845 – Domodossola (VB)

info@cantinegarrone.it

https://www.cantinegarrone.it/it/