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Mille sfumature di Nero D’Avola

Nero D’Avola Discovery: Master Class e visite in cantina per scoprire il re dei vitigni siciliani, tra tradizione e innovazione

La Sicilia, un’isola ricca di storia, cultura e bellezze paesaggistiche, è anche uno dei gioielli dell’enologia mondiale. Tra le numerose varietà di uva coltivate in questa regione, uno dei vitigni più celebrati e rappresentativi dell’isola è sicuramente il Nero d’Avola, un’essenza autentica e affascinante della cultura enologica siciliana. Un vitigno straordinario, capace di adattarsi ai diversi tipi di terreno e di altitudine, esprimendosi in modo completamente diverso.

Il crescente successo del Nero D’Avola ed il cambio di passo

Dapprima utilizzato solo come uva da taglio, negli ultimi decenni il Nero d’Avola vinificato in purezza ha guadagnato crescente attenzione e apprezzamento anche  su scala internazionale, merito del grande lavoro dei viticoltori che stanno raggiungendo vette di vera eccellenza.

Il Nero d’Avola, oggi,  viene, infatti, vinificato sia in purezza che assemblato con altri vitigni (come accade nel Cerasuolo di Vittoria – unica Docg siciliana – nella quale si combina con il Frappato). Si trova spesso in blend anche con il Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah.

Le cantine siciliane, spinte dalla passione per la tradizione vinicola dell’isola e dalla costante ricerca di innovazione, stanno producendo Nero d’Avola in grado di adattarsi a gusti ed esigenze diverse, sia freschi ed immediati che sofisticati ed evoluti per palati da intenditori. Normalmente bevuto come vino rosso, si presta anche per essere vinificato in spumante o in rosè. L’elevata qualità e la sua relativa accessibilità lo hanno reso una scelta popolare tra gli amanti del vino in tutto il mondo, a prescindere dalla fascia di età. Questi vini rappresentano un ponte tra la storia millenaria della viticoltura siciliana e le aspettative dei consumatori moderni.

Il Ruolo del Consorzio di tutela Vini Doc di Sicilia

Il Nero d’Avola rappresenta una parte significativa della produzione vinicola siciliana ed è uno dei vitigni chiave del Consorzio di tutela Vini DOC di Sicilia, nato con lo scopo di supportare i produttori di vino dell’isola e promuovere il vino siciliano nel mondo. Il Consorzio, che comprende 8.079 Viticoltori – 530 Imbottigliatori, sta giocando un grande ruolo nello sviluppo e nella produzione di questo vitigno autoctono.

Per diffondere la conoscenza di questo varietale, il Consorzio dei Vini Doc di Sicilia ha organizzato nel mese di ottobre “Nero d’Avola Discovery“, una manifestazione di tre giorni con una serie di diverse iniziative, tra cui Master Class, visite in Cantina e pranzi accompagnati dai vini della DOC Sicilia, finalizzati a mostrare peculiarità e potenzialità del principe dei vitigni siciliani in tutte le sue possibili declinazioni.

La kermesse è stata anche l’occasione per parlare delle interazioni sostenibili e raccontare il grande lavoro che la Sicilia – prima regione italiana nella produzione di vini biologici – sta facendo per tutelare l’ambiente e migliorare la sostenibilità nel mondo del vino. Un impegno che la Fondazione SOStein,  un programma di sostenibilità per la vitivinicoltura siciliana, promosso dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia, sta portando avanti in prima linea, anche con il progetto Bivi, che punta sulla valorizzazione della biodiversità come un driver competitivo per migliorare la qualità e l’appeal dei vini.

Le Origini del Nero d’Avola

Il Nero d’Avola, conosciuto anche con il suo nome ufficiale ma meno noto di Calabrese, è senza dubbio il vitigno autoctono siciliano più noto, con circa 15.387 ettari di superficie complessiva coltivata, molta della quale in regime biologico. Il nome “Calabrese” lascerebbe pensare erroneamente che le sue origini siano in Calabria, al contrario “Calabrese” deriva dall’antico termine in lingua siciliana “Calaulisi”: “Calea” significava uva e “Aulisi” di Avola, quindi Uva di Avola. Portato in Italia probabilmente dai Fenici, fu poi diffuso dai greci. Per secoli continuò ad essere coltivato prevalentemente nella zona di Eloro, Pachino e Noto, in provincia di Siracusa, dove ha prosperato grazie alle condizioni climatiche favorevoli, tra cui il clima caldo e le terre ricche di minerali. Rinomato per la sua resistenza alla siccità , quest’uvaggio ha iniziato piano piano a diffondersi in tutto il resto della regione, sviluppando diverse tipologie di biotipi, fino a diventare una scelta sempre più amata dai viticoltori. I diversi cloni  si sono sviluppati in modo differente da zona a zona contribuendo, così, a regalare agli appassionati di vino diverse esperienze sensoriali.

Il Nero d’Avola solitamente predilige terreni calcarei-argillosi posizionati in collina e ben ventilati. Noto per essere un vino robusto e corposo, ha un profilo aromatico intrigante, ricco e complesso ed è famoso anche per la sua spiccata acidità. Ha il grande pregio di essere molto versatile, grazie alla sua capacità di adattarsi a diverse altitudini e tipi di terreno.

Vitigno dal carattere impetuoso e attraente, ma che al contempo si lascia addomesticare: plastico nelle sue manifestazioni, si rinnova a seconda delle esigenze del consumatore, stando al passo ad ogni tempo.

Le uve di Nero d’Avola sono caratterizzate da una buccia spessa, che contiene una concentrazione elevata di zuccheri e pigmenti, che contribuisce al suo profondo colore rosso rubino. Le sue proprietà organolettiche possono, infatti, variare a seconda del territorio di provenienza, zona di appartenenza e decisioni agronomiche e di Cantina. Nonostante le differenze è possibile tracciare un profilo comune.

Dal punto di vista cromatico il Nero D’Avola è ricco di antociani, che gli conferiscono un color rubino intenso, più violaceo nei vini giovani, verso il granata in quelli invecchiati.

Il corredo olfattivo ha solitamente un bouquet avvolgente, intenso e abbastanza complesso, che varia a seconda dell’evoluzione. E’ facile trovare richiami floreali, che ricordano viole e fiori secchi, impreziositi da nuance fruttate, prevalentemente incentrate sulla frutta rossa, con sfumature che spaziano dai frutti di bosco, alla marmellata, alla frutta sotto spirito. In alcune zone si colgono caratteristici sentori vegetali, che ricordano ad esempio il cappero, o tocchi di spezie, tra cui pepe nero, mentre in altri casi si percepiscono tocchi eterei dovuti all’alcolicità. Nei casi di affinamento in legno, i profumi si arricchiscono con note che ricordano la liquirizia, la carruba o il cioccolato. Effluvi iodati emergono solitamente nei vini prodotti con uve provenienti da vitigni vicini alla costa.

Al palato, i vini ottenuti con il Nero d’Avola in purezza hanno un carattere deciso e sono accomunati, indipendentemente dal biotipo di riferimento, da una spiccata freschezza, che può risultare a volte spigolosa ed immediata, altre molto elegante. Un’acidità che conferisce ai vini provenienti dalle zone più vocate una buona predisposizione all’invecchiamento, anche lungo, meglio ancora se le uve dei vitigni sono coltivate con il tradizionale sistema ad “alberello”. Il sorso è strutturato con un equilibrio tra l’alcol e l’acidità, e presenta tannini intensi che contribuiscono a una lunga persistenza del sapore.

Questo vino si abbina bene a una varietà di piatti a base di pesce o carne, dalla cucina locale siciliana a quella internazionale. Può essere apprezzato in diverse fasi di un pasto, dall’aperitivo al piatto principale.

Le quattro zone del Nero d’Avola e i diversi biotipi

Ci sono quattro biotipi di Nero D’Avola che si differenziano per caratteristiche morfologiche e compositive delle uve, ognuno con un profilo unico di aroma e sapore. Questi biotipi sono A, B, B1 e B2, ognuno con le sue caratteristiche distintive, a seconda del terroir e della zona di riferimento, tuttavia si possono individuare caratteristiche comuni anche tra i diversi areali.

In particolare, possiamo distinguere quattro sotto zone, caratterizzate da diversa orografia, vicinanza alle costa e altimetria, nelle quali si sono sviluppati biotipi diversi che presentano delle caratteristiche organolettiche differenti:

  • area occidentale, con Agrigento, Trapani, parte di Caltanissetta e la maggior parte di Palermo;
  • area centrale, con viticoltura in zone collinari e montane di Enna e piccola parte di Palermo;
  • area sud-orientale, con parte meridionale di Caltanissetta e Catania, Ragusa e Siracusa. E’ la zona di origine del Nero d’Avola;
  • area nord-orientale, con Messina.

Le due Master Class per  capire meglio differenze e potenziale evolutivo

Durante le due istruttive Master Class sono state messe a confronto le etichette di due annate differenti di sei diversi produttori, ciascuno proveniente da una specifica zona della Sicilia. Questo ha permesso agli addetti ai lavori di cogliere le diverse declinazioni del vitigno, differenze,  similitudini, potenzialità e prospettive evolutive nonchè di approfondire la conoscenza di molti viticoltori del Consorzio meno conosciuti.

A rappresentare le diverse sotto zone i seguenti produttori: Baglio di Pianello, Borgo Assuli, Naturalmente, Alessandro Camporeale, Baglio Cristo di Campobello.

La degustazione ha evidenziato chiaramente che i vini provenienti da diversi areali presentano tra di loro caratteristiche diverse. Tuttavia, a parte le differenze, derivanti dalle decisioni di Cantina, si possono individuare alcuni tratti comuni all’interno della medesima zona di appartenenza. Ad esempio, le etichette prodotte nella zona centro-occidentale risultano quasi sempre più fruttate e morbide al palato, mentre i vini prodotti da uve coltivate nella zona sud-orientale sono decisamente più fini e articolati, con marcati sentori che ricordano i fiori secchi e le viole.

I vini prodotti nella zona di Noto sono caratterizzati da una grande forza acida, che si esprime regalando freschezza e grandi prospettive di longevità con un interessante potenziale evolutivo. Tendono ad essere eleganti e strutturati, con note di ciliegie nere e spezie, mentre quelli provenienti dalla zona di Siracusa possono mostrare un carattere più floreale e fresco, con sentori più incentrati sui piccoli frutti rossi. La vicinanza alla costa arricchisce i vini con note iodate, che si ritrovano come sapidità al palato, mentre la maturazione in legno sicuramente  impreziosisce il corredo olfattivo con note di vaniglia, cioccolato fondente, cacao, carruba e liquirizia, rendendoli più sofisticati e morbidi anche al palato. La zona di Marsala è considerata meno vocata per il Nero d’Avola, che qui ha una bassa attitudine all’invecchiamento. La concentrazione di frutto è meno evidente ed emergono sentori più erbacei, tra cui ricordi di cappero.

Un esempio del grande potenziale evolutivo del vitigno

A sorprendere è anche la grande capacità d’invecchiamento del Nero D’Avola, solitamente considerato come un vino molto fresco ed immediato, da bere subito. Un potenziale evolutivo che emerge in modo evidente dal confronto dell’annata 2021 e 2012 di “Lu Patri”, Nero d’Avola in purezza, prodotto dall’azienda Baglio del Cristo di Campobello della zona di Gela. Questo Nero d’Avola sicuramente può essere considerato tra i top di gamma, merito anche dell’eccellente lavoro fatto in cantina dall’azienda. La bottiglia del 2012 presenta nel calice un bouquet equilibrato con profumi fini e ampi, con prevalenza di note di frutta matura, cioccolato, vaniglia. Dopo 10 anni sembra ancora un ragazzino, merito della sua vivace e briosa vena acida, eccellentemente controbilanciata da una buona struttura, che lascia intendere che c’è spazio ancora per ulteriori piacevoli evoluzioni. Nonostante l’intrigante personalità, i tannini rimangono morbidi e setosi, dando vita ad un prodotto elegante, complesso e raffinato, sicuramente apprezzato anche da un pubblico di intenditori. Un grande vino, che non solo ha fatto conoscere l’azienda nel mondo, ma mostra l’elevato livello qualitativo che questo vitigno può raggiungere anche nel tempo. Epilogo finale persistente.

Le visite in Cantina di alcune delle eccellenze del territorio

Altrettanto interessanti sono state le visite in Cantina che hanno permesso di conoscere meglio alcune eccellenze del territorio, la loro storia, i loro prodotti e i loro progetti.

MANDRAROSSA: la Sicilia che non ti aspetti tra studio, tradizione, sperimentazione e innovazione

Tra le aziende che si sono distinte per la sperimentazione sui vini di Nero D’Avola troviamo Mandrarossa, diventata in breve tempo un vero gioiello enoico siciliano. Questa azienda biologica  gode di una posizione strategica, con vigneti posizionati a diverse altitudini che degradano fino al mare che vantano 5 tipologie di suoli ed esposizioni differenti. La visita della suggestiva Cantina ha permesso di ripercorrere tutti le tappe dell’affascinante storia dell’azienda e di constatare l’approccio innovativo basato su studio e sperimentazione. In degustazione sono state proposte tre etichette di Nero D’Avola, espressione di tre concept diversi: Nero D’Avola Sicilia Doc vendemmia 2022; Terre del Somacco Rosso Sicilia Doc 2019, Cartagho 2019. Il primo, prodotto con i vigneti che si trovano nella zona di Menfi, rappresenta in modo schietto, naturale e immediato le caratteristiche tipiche del varietale, un grande classico, piacevole da bere tutti i giorni. Il secondo fa parte della linea terre di contrada – storie ritrovate e vuole essere l’espressione più autentica del vitigno e di una Sicilia che va oltre gli stereotipi. Questo vino è ottenuto da un single vineyards, un “cru” di due ettari selezionato dopo un lavoro di macro e micro zonazione. Viene vinificato in tulip di cemento e, poi, sosta 18 mesi in botte, con una parte tannica e una carica antociana più leggera. Un Nero D’Avola che non ti aspetti. Il Cartagho è il vino che ha fatto la storia di Mandrarossa, un assemblaggio di diversi uvaggi, molto fine ed elegante e più strutturato. Ad arricchire la complessità contribuisce la maturazione in barrique con affinamento finale in bottiglia, che regala anche piacevoli cenni balsamici e mentolati, sempre nel rispetto del carattere del vitigno di riferimento. Un vino equilibrato, strutturo, rotondo e fresco, di grande personalità e longevità, che ha vinto diversi premi.

FEUDO ARANCIO: vini longevi che vanno oltre le colonne d’Ercole del Nero d’Avola

Feudo Arancio altra interessante realtà, che fa parte del Gruppo Mezzocorona. La Cantina è ospitata all’interno di un meraviglioso Baglio, recentemente ristrutturato. Molto attiva nell’ambito della sostenibilità, conta su diversi appezzamenti con suoli  tra loro molto diversi, situati nelle vicinanze di un lago. L’azienda è partita coltivando  vitigni internazionali, da qualche anno si è convertita anche agli autoctoni, tra cui il Nero d’Avola. I suoi Nero d’Avola  si contraddistinguono per l’intensa nota fruttata di ciliegia e per il carattere austero. Intriganti e ampi i profumi, con le note iodate  in sottofondo, che si declinano in sentori di cappero ed acciughe.  In degustazione Feudo Arancio, Cantadoro 2020 Riserva e Hedonis, frutto di un esperimento, che riunisce tre vini provenienti da tre viti diverse.Interessante la Riserva, dove le note speziate si percepiscono in modo evidente. Una continua scoperta anche in evoluzione. Con Hedonis l’enologo vuole ribadire la grande longevità del vitigno, andando verso nuovi orizzonti. Il risultato è un vino molto intenso e variegato, dal sorso rotondo anche se caratterizzato da un grande tannino, minore acidità.

DI GIOVANNA: i custodi del territorio – Il Nero d’Avola di montagna

Altrettanto eccellenti e meritevoli di un encomio i vini dell’azienda Di Giovanna. Situata nel cuore della Sicilia occidentale, tra Sambuca e Contessa Entellina, quest’azienda si trova in montagna nei pressi di una Riserva protetta e gode di una vista mozzafiato sulla valle circostante, visibile anche dalla nuova sala di degustazione. Klaus e Guther gestiscono l’azienda di famiglia in regime biologico. In degustazione tre superlative interpretazioni di Nero D’Avola. Si parte con Gerbino, un Nero D’Avola rosato proposto in stile provenzale, dal manto cromatico rosa antico luminoso. Un vino che seduce con i suoi eleganti profumi di rosa e lamponi e per la suadente mineralità, mista a freschezza, morbidezza ed un finale sapido.

Con il Vurria, il Nero D’Avola si esprime in modo elegante e armonioso. Ad inebriare l’olfatto, un bouquet di frutti di bosco, spezie e prugna, mentre il sorso è rotondo, con ritorni di mora e amarena. Con Helios, blend di Nero D’Avola e Syrah del vigneto Paradiso, l’esperienza gustativa si eleva. Prodotto solo in annate particolari, è profondo, fine, equilibrato, complesso. La trama tannica risulta ben integrata in una solida struttura. Intrigante la nota salina, che rimane sul finale e che accresce la sensazione di freschezza.

Considerazioni finali

Nel 2022, sono state prodotte oltre 86 milioni di bottiglie di vino DOC Sicilia, testimoniando la crescente importanza di questa denominazione. Il Nero D’Avola è una testimonianza dell’eccellente potenziale vinicolo della Sicilia. Questa varietà incarna la passione, la dedizione e l’artigianalità dei produttori di vino dell’isola. Con il suo carattere ricco e appagante,  è una scelta eccellente per chi desidera scoprire la bellezza e la tradizione enologica della Sicilia in un calice.