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Cambogia: nella terra del sorriso

Un appassionante viaggio tra templi, città e specialità locali, per scoprire perchè la Cambogia è un paese difficile da dimenticare

La Cambogia è considerata tra i luoghi più poveri al mondo. È un paese di forti contraddizioni, le cui principali attrattive sono profondamente legate alla storia del suo popolo. L’itinerario proposto si snoda tra la capitale Phnom Penh e Siem Reap, spesso considerata la base ottimale per la visita del sito archeologico di Angkor Wat con i suoi spettacolari templi Khmer inghiottiti dalla foresta.

Phnom Penh: la capitale con le sue contraddizioni

Phnom Penh, conosciuta un tempo come “la perla del sud-est asiatico”, oggi appare al visitatore caotica e piena di traffico, proprio come qualsiasi altra capitale asiatica. Dell’antica città, nel XV° secolo residenza dei re khmer e roccaforte del colonialismo francese, dopo l’intervento degli eserciti di Pol Pot rimane ben poco.

A ricordo dei terribili crimini commessi contro l’umanità dai khmer rossi rimangono solo il Museo del Genocidio e i killing fields, silenti testimonianze degli orrori del passato. Anche se dolorosa e poco piacevole, la visita di questi luoghi permette di cogliere aspetti che hanno caratterizzato la storia recente di questo paese, la cui traccia è ancora impressa in modo indelebile nell’animo del popolo cambogiano. Anche se le ferite del passato non si sono ancora rimarginate, il paese sta riacquistando dignità e voglia di vivere, anche grazie al prezioso aiuto di molte ONG, che stanno insegnando ai cambogiani l’arte dell’artigianato e del commercio.

Per farsi un’idea della vita quotidiana è consigliabile fare un giro dentro uno dei tanti mercati locali, centro pulsante dove si può acquistare di tutto. Qui si trovano macellerie a cielo aperto, vasche ricolme di pesce, venditori ambulanti di verdure e insolite prelibatezze locali (tra cui si annoverano vermi, ragni e scarafaggi), un pout-pourry di colori e profumi che conquista per la sua autenticità. In particolare, il mercato centrale, il più importante, sorge sotto una cupola a forma circolare pregevole dal punto di vista architettonico, e ospita un dedalo di stradine e negozi. Perdersi tra le numerose bancarelle offre la possibilità di vivere un’esperienza multisensoriale tra odori, colori, rumori e stranezze varie. Un altro interessante tipo di mercato è il “mercato russo”, che sorge nell’altra parte della città. Dall’esterno esteticamente è assolutamente insignificante, ma i turisti lo includono spesso nelle visite per i suoi negozietti che vendono souvenir e copie di prodotti di marca a basso costo.

Il Palazzo Reale, che si erge nel centro della capitale, risale al XX° secolo. Lo spettacolare complesso nel quale è situato rappresenta il gioiello architettonico più significativi della metropoli. Racchiude, oltre alla dimora reale, la magnifica stanza del trono, il fatiscente edificio liberty donato da Napoleone III e la Pagoda d’argento, la più antica della città, rinomata soprattutto per i pregevoli pavimenti. Nel padiglione all’interno, spesso la sera sono inscenate danze tradizionali, un’attrazione che attira molti visitatori. Non lontano dal Palazzo sorge il Museo di Storia, che custodisce svariati reperti appartenenti a diverse epoche. Racconta l’arte, la storia e in parte anche le vicissitudini del paese.

Il complesso di Angkor Wat, uno dei siti archeologici più belli e scenografici del mondo

Muovendosi da Phnom Penh si può raggiungere in tempi brevi Siem Reap sia attraversando il lago con una barca che via terra con il vip bus (preferibile perché offre splendidi scorci della campagna e della vita rurale cambogiana). Siem Reap è il punto di partenza per visitare Angkor Wat, uno dei più estesi e spettacolari complessi archeologici del mondo, che da solo vale la visita della Cambogia.

L’Angkor Wat, il tempio forse più conosciuto dell’intero agglomerato, è considerato il simbolo del paese, tanto da essere raffigurato sulla bandiera cambogiana. Scoperto solo di recente, questo luogo magico ha la capacità di stregare il visitatore. Nonostante le ristrutturazioni ancora in atto, la vastità dell’estensione, la stupefacente bellezza e la diversità dei vari siti del complesso lasciano senza parole. Ogni tempio è diverso dall’altro ed ha un fascino particolare e unico.

Un mondo quasi perduto intriso di mistero, dove la stessa natura mostra il suo potere sull’uomo e sulla sua opera, come dimostrano le radici degli alberi avvinghiate in modo talmente indissolubile alla pietra che sembrano essere parte integrante di essa. Una sorgente continua di emozioni e suggestioni. Un luogo che è impossibile descrivere, ma che si può capire, solo vedendolo di persona. La visita richiede almeno 2 giorni. D’obbligo arrivare ai siti all’alba, quando i templi sono ancora avvolti dal silenzio, e rimanere fino a sera, per ammirare le sagome degli edifici definite dal rosso del tramonto perdersi nelle ombre della notte.

Viaggio nei sapori della cucina cambogiana

La degustazione delle specialità tipiche locali è parte integrante di una vacanza in Cambogia e un modo imprescindibile per conoscere meglio la cultura di questo incantevole paese. La cucina khmer è una fusione di profumi e sapori esotici che risente delle influenze cinesi, thailandesi e francesi.

Molti sono gli elementi che accomunano l’arte culinaria locale con la vicina cucina thailandese o vietnamita. Per esempio, il riso accompagna la maggior parte dei piatti, sia a base di pesce che di carne, ed è spesso insaporito con spezie ed erbe o prodotti come il prahok o il kroeung. Entrambe sono utilizzate per dare sapidità ai piatti: il primo è una pasta di pesce fermentata che ha un aroma pungente, mentre il secondo è un impasto aromatico proveniente dall’India composto da erbe e spezie differenti, tra cui il cardamomo, i chiodi di garofano, la cannella, lo zenzero e la curcuma.

Il piatto più conosciuto della cucina cambogiana è l’amok di pesce servito dentro le foglie di banano, una specialità a base di pesce d’acqua dolce. I filetti di pesce vengono cotti nel latte di cocco insieme a uova e arachidi, per, poi, essere insaporiti con il kroeung. Un’altra specialità popolare è il lok lak, un piatto con carne di manzo saltata in padella e servita su un letto di lattuga con pomodori a fette, cetrioli e anelli di cipolla rossa cruda. Il succo di lime, il sale e il pepe nero di Kampot, uno dei prodotti più famosi della Cambogia, contribuiscono a rendere intrigante il gusto di questa prelibatezza.

Tra i piatti più amati merita una menzione anche il num banhchok, conosciuto anche come Khmer noodles, disponibile ovunque, anche nelle bancherelle di street food o nei mercati: è composto da spaghettini di riso accompagnati da foglie di banano tritate, germogli di soia, menta, basilico, cetrioli e una salsa al curry verde o rosso a base di pesce cotto con citronella, radice di curcuma e lime e viene anche consumato a colazione. Tipico dello street food è anche il kuy teav, una zuppa di noodles di riso cotti in brodo di maiale o manzo accompagnata da foglie di lattuga, germogli di soia, scalogno tritato, coriandolo, pepe nero di Kampot, succo di lime, aglio, cipolla ed erbe aromatiche. Tra i piatti più freschi e insoliti troviamo l’insalata di papaya verde con peperoncino fresco, basilico, cipolle, cetrioli, pasta di pesce, pomodorini, arachidi tostate e granchi piccoli in salamoia. Come nei paesi vicini, estremamente varia è l’offerta di frutta tra cui anche il durian.

Gita in barca sul Tople Tap per immergersi nella quotidianità più autentica

Per completare questo breve tour della Cambogia, un’esperienza molto suggestiva è la gita in barca sul Tople Tap. Navigando lentamente lungo le rive del fiume, si assiste allo scorrere della vita degli abitanti dei vari villaggi galleggianti: case sospese nell’acqua prive di porte e finestre, persone che pranzano, lavano i panni o le vettovaglie, bambini che giocano. Dopo oltre tre ore, si raggiunge un villaggio interamente costruito da palafitte. Qui il tempo sembra essersi fermato. Tra gamberi essiccati al sole, il vociare dei bimbi che sbucano da ogni dove, il via vai dei mercanti che mostrano le loro mercanzie, il susseguirsi delle palafitte dove la gente vive incurante degli sguardi curiosi dei pochi turisti che raggiungono questo luogo, la vita scorre lenta e monotona. Ogni giorno è uguale a quello successivo: i bambini vanno a scuola, i pescatori procurano il pesce, le donne cucinano, qualcuno vende verdura o altri generi alimentari trasportandoli su una bicicletta.

Un villaggio che mette in mostra l’umile e povera condizione di vita di un popolo che nonostante tutto è fiero di ciò che è ed ha. Non è un caso che i cambogiani siano stati soprannominati come “la gente del sorriso”, un sorriso che è in grado di stregare e rimanere impresso nell’anima, che ha il potere di spingere nell’oblio gli orrori del passato, annullare gli stenti e la miseria delle condizioni di vita del presente. Un sorriso che mostra solo la gioia di vivere, la gentilezza e la bellezza dei suoi abitanti, che contribuisce a rendere la Cambogia una terra veramente difficile da dimenticare.