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Alta Langa Docg: la riscossa degli spumanti piemontesi

“La prima dell’Alta Langa” i produttori associati al Consorzio dell’Alta Langa Docg  presentano a Milano le loro eccellenze 

Il 21 ottobre si è tenuta a Milano “La prima dell’Alta Langa“, un evento per conoscere meglio gli spumanti Alta Langa Docg organizzato dal Consorzio dell’Alta Langa,  In degustazione 67 etichette. Durante l’evento sono state organizzate  diverse Master Class,tra cui una dedicata all’analisi sensoriale del tartufo bianco di Alba.

Ma scopriamo un po’ di più su questi spumanti piemontesi.

L’Alta Langa Docg è lo spumante brut storico del piemonte, una denominazione dalla produzione contenuta, con una storia molto lunga: fu il primo metodo classico a essere prodotto in Italia, fin dalla metà dell’Ottocento, nelle “Cattedrali Sotterranee”, dal giugno 2014 riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco.

È fatto di uve Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile; può essere bianco o rosé, brut o pas dosé e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30 mesi.

L’Alta Langa è esclusivamente millesimato, riporta cioè sempre in etichetta l’anno della vendemmia.

Il terroir dell’Alta Langa Docg  

Un territorio che guarda le cime innevate delle Alpi e respira il mare.
Una terra che raccoglie l’eredità conservata dagli avi, mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali come è avvenuto invece nelle basse colline. L’Alta Langa è una zona preziosa, fragile, da sostenere, in cui salvaguardare la biodiversità. Terra letteraria, terra straordinaria di resistenze – di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti e li ha assecondati, senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte identità.

Il Consorzio dell’Alta Langa

Quello dell’Alta Langa è oggi un Consorzio molto attivo: viticoltori e produttori sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di una denominazione e di un territorio. Tutti legati da una grande scommessa: quella di un vino che non sarà pronto prima di sei anni dall’impianto e che per questo deve necessariamente essere un vino importante.