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La proposta gourmet del ristorante Olio per l’autunno

Un menù d’autore con percorso di degustazione dello chef Andrea Marinelli che porta in tavola pesce e verdure per intenditori

Aperto dal 2020, il ristorante Olio di Origgio col suo concept innovativo rappresenta una delle novità più interessanti nel panorama della ristorazione dell’hinterland milanese.

Il concept The Box e la location

Inserito all’interno dello spazio multi-funzionale e multi esperienziale The Box di grande impatto visivo, è un posto tutto da scoprire, che unisce al buon cibo e al buon vino anche arte e auto d’epoca. Situato nel cuore dell’area industriale di Origgio, fino ad allora sprovvista di un locale di questo livello, Olio è la location ideale sia per incontri d’affari che per pranzi aziendali o cene conviviali. Si rivolge principalmente ad una clientela selezionata ed esclusiva alla ricerca di un’esperienza culinaria diversa dal solito e di alto livello (per approfondimenti vedi l’altro nostro articolo su The Box).

Lo chef Andrea Marinelli

La brigata degli chef ( in tutto oltre 9) è capitanata da Andrea Marinelli, un giovane di grande talento che vanta un percorso professionale di tutto rispetto: si è formato presso l’Armani Caffè, prima a Monaco e poi a Milano, ha lavorato successivamente al Ristorante Maio in Rinascente e a Copenhagen, infine, è approdato come sous-chef di Tommaso Arrigoni nel ristorante stellato Innocenti Evasioni.

La proposta gastronomica e il menù degustazione

La proposta gastronomica punta su una cucina gourmet ricercata, creativa e contemporanea, soprattutto a base di pesce e verdure, adatta anche per celiaci che possono degustare tutti i piatti in lista gluten free (una vera rarità per l’Italia). Assoluta importanza viene attribuita alla scelta delle materie prime, sempre della massima qualità e freschezza: pescato di giornata, verdure e frutta, possibilmente dell’orto di The Box, vini selezionati.

Il menù, che segue l’andamento delle stagioni, propone delle interessanti preparazioni con i suoi frutti di mare e crostacei al naturale, serviti anche crudi. I piatti si ispirano per lo più alla cucina marinara mediterranea – notoriamente sana e salutare – ma le ricette tradizionali sono rivisitate in chiave creativa e fantasiosa, con l’aggiunta di abbinamenti inconsueti ed inattesi che sorprendono il palato, provenienti da contaminazioni internazionali dal tocco esotico.

Oltre ai piatti alla carta, lo chef propone un menù degustazione che comprende 7 portate (4 antipasti, primo, secondo, dolce e piccola pasticceria), dagli antipasti al dolce al costo di € 89 a persona, bevande escluse. Con l’aggiunta di 26€ è possibile aggiungere anche 4 calici in abbinamento.

Il percorso di degustazione è un vero e proprio viaggio nei sapori che inizia con gli antipasti, che si ispirano all’arte culinaria delle terre del sud come Sicilia, Calabria, Puglia.

Qui troviamo, per esempio, tartare di tonno rosso, battuta di gamberi di Mazara del Vallo, capesante servite in ceviche come sashimi con jalapeños, kaffir lime, mango confit e popcorn di amaranto. In accompagnamento, verdure e frutta fresca di stagione come mela, kiwi, cocco e sedano serviti in forma di gelato, estratto o sorbetto. Anche il polpo pugliese da Santo Spirito con ricotta, ‘nduja e sorbetto ai fichi stupisce per l’abbinamento proposto. Decisamente interessanti anche le salse servite, dai toni cromatici vivaci ed accesi, che contribuiscono ad amplificare l’esperienza gustativa.

Tutti piatti freschi, sfiziosi ed invitanti, in versione inedita, che sorprendono il palato, soprattutto se abbinati ad un calice di champagne, che contribuisce ad esaltarne il gusto.

Come primo, il menù prevede spaghetti al nero di seppia, un vero e proprio classico, una pietanza dall’aspetto accattivante e dal gusto sublime, perfetta per chi ama i sapori di mare.

Come marchio di pasta è stato scelto un prodotto artigianale di altissima qualità, lo Spaghettoro Verrigni, una pasta artigianale Abruzzese prodotta dal 1890 con una selezione di grani duri pregiati, impastata con acqua di sorgente del Gran Sasso, trafilata all’oro ed essiccata a bassa temperatura dall’antico pastificio Rosetano.

A differenza di quella tradizionale, questo tipo di lavorazione conferisce agli spaghetti, grazie alla sua ruvidezza e alla sottile nota distintiva di dolcezza, un sapore che si sposa benissimo con la tendenza dolce data dal nero di seppia, un piatto perfetto per chi ama i sapori di mare.

Questa ricetta dalle umili origini, annoverata ai giorni nostri tra i piatti più raffinati, come da antica tradizione dei pescatori viene servita mantenendo i pezzettini della seppia, un tempo conservati per evitare gli sprechi e per dare più gusto. Anche in questo caso, la preparazione viene rivisitata in modo fantasioso: gli spaghetti vengono, infatti, prima mantecati nel cavolfiore e nel latte di cocco, poi, spolverati con polvere di limone bruciato per creare un esperienza che non può restare indifferente al palato.

Di grande impatto gustativo anche il secondo a base di pescato del giorno, nel nostro caso il Morone, un pesce che ultimamente è sempre più gettonato sulle tavole degli chef stellati. Si tratta di una ricciola di fondale che si pesca in prevalenza nel Mar Ligure, dalla consistenza compatta e dal gusto delicato ed intenso. Come contorno, sono state servite cime di rapa e aria di rafano, una lavorazione rubata alla cucina molecolare, realizzata con lecitina di soia, che lascia in bocca un quasi inafferrabile ed intrigante ricordo appena accennato di piccante, che altrimenti avrebbe un sapore troppo forte e deciso.

Un encomio particolare va anche alla mise en plate, sempre ben presentata e scenografica, che raggiunge livelli di perfezione con il dessert “Il contadino sbadato”. Questo dolce sembra quasi un opera d’arte che gioca sull’effetto illusione. Nel piatto troviamo, infatti, una pera, in realtà un elaborato che al suo interno custodisce una mousse di taleggio con cuore di pera caramellata. Completa il piatto uno pseudo formaggio ed il gelato al caramello con salsa mou. Con le sue forme scolpite e i suoi abbinamenti cromatici questo piccolo capolavoro conquista al primo sguardo. L’assaggio, così come accade per tutte le portate, apre, poi, ad un turbinio di sensazioni.

Ideale per far apprezzare al meglio questo curioso dessert è l’accostamento con un bicchiere di passito (consigliato quello del noto Brand siciliano Tasca), che si sposa perfettamente anche con i macaron alla liquirizia e con la piccola pasticceria che conclude l’esperienza.

Egregio epilogo, da gustare come digestivo, un bicchierino di Limoncello creato con i limoni della serra direttamente dallo chef, un vero e proprio nettare divino.

Servizio attento, cucina d’autore, ampia lista di vini selezionati e tanta attenzione per l’eccellenza e la qualità delle materie prime sono le linee guida di questo luogo fuori dal tempo, dove poter vivere momenti di appagante intensità. Un posto che merita sicuramente una sosta. Non ci stupiremmo, tra l’altro, se tra qualche anno riuscirà anche ad aggiungersi al firmamento degli stellati.

Per informazioni

Ristorante Olio

Via S.P. 233, Via Varesina, 1, 21040 Origgio VA

info@ristoranteolio.it

info@ristoranteolio.it

https://ristoranteolio.it/it/

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